PO120 – SINDROME DI ALPORT: IMPORTANZA E NECESSITA’ DELL’ANALISI SIMULTANEA DEI GENI COL4A3, COL4A4 E COL4A5 PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE CLINICA E GENETICA

Autori: Diella S (1), Cortellessa F (2), Bukvic N (2), Spadaccino F (1), Di Naro E (3), Pontrelli P (4), Stea ED (4), Accetturo M (4), Massella L (5), Resta N (2), Gesualdo L (4), Gigante M (1).
Affiliazioni:  (1) Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università degli studi di Foggia. (2) Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana, Unità di Genetica Medica, Università “Aldo Moro”, Bari. (3) Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Bari, Università “Aldo Moro”, Bari. (4) Unità di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Dipartimento di Emergenza e Trapianto d’Organi, Università “Aldo Moro”, Bari. (5) Unità di Nefrologia e Dialisi, Dipartimento di Pediatria, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, IRCCS, Roma.

Introduzione: La sindrome di Alport (AS) è una nefropatia progressiva, geneticamente eterogenea, caratterizzata da una notevole variabilità fenotipica e diversi modelli di trasmissione (X-linked, autosomica dominante e recessiva, di-genica), causata da mutazioni nei geni COL4A3, COL4A4 e COL4A5, codificanti per le catene collagene di tipo IV. Lo spettro clinico può oscillare dalla microematuria isolata alla proteinuria con progressiva fibrosi renale che può evolvere in insufficienza renale cronica, accompagnate in alcuni casi da sordità neurosensoriale bilaterale o più raramente da lesioni oculari. La caratterizzazione molecolare dei pazienti affetti da AS ha un ruolo fondamentale per comprendere alcuni fattori alla base della variabilità fenotipica. Oggi, la nostra capacità di accoppiare a fenotipi specifici la variabilità genetica è molto migliorata grazie alle innovazioni tecnologiche e all’alta processività, che hanno permesso di superare alcune difficoltà tecniche e interpretative, quali l’eterogeneità genetica (COL4A3, COL4A4 o COL4A5), le grandi dimensioni dei geni, l’assenza di hot spots e l’elevata eterogeneità allelica.  In questo studio, riportiamo i risultati della caratterizzazione clinica e molecolare di tre famiglie italiane con AS mediante NGS (Next Generation Sequencing).

Casistica e Metodi: Tutti i probandi sono stati analizzati mediante NGS utilizzando un pannello custom (Haloplex; Agilent) che comprende i geni COL4A3, COL4A4 e COL4A5, il sequenziatore MiSeq (Illumina), e i software di analisi SureCall (Agilent) e VariantStudio (Illumina). Le varianti potenzialmente patogenetiche sono state confermate mediante sequenziamento Sanger. La patogenicità delle nuove mutazioni missense è stata valutata in silico mediante differenti tool e analisi di segregazione.

Risultati: La strategia utilizzata ha garantito una copertura ottimale di tutti gli esoni e le regioni fiancheggianti dei geni analizzati (Figura 1A), permettendo di identificare due nuove mutazioni nel gene COL4A5 in due casi tipici di AS X-linked  e in particolare di comprendere meglio la marcata variabilità clinica intra-familiare in una terza famiglia italiana con un  pattern di trasmissione suggestivo di una forma autosomica dominante in cui sono stati identificati tre differenti cambi nucleotidici: due mutazioni missense negli esoni 11 e 21 che coinvolgono un residuo di Glicina e localizzate nel dominio collagenico del gene COL4A3 (Cromosoma 2)  e una terza variante nel gene COL4A5 (X-linked). Le varianti identificate segregano con il fenotipo da lieve (microematuria isolata), a moderato (microematuria, ipertensione e lieve insufficienza renale in età adulta), a moderatamente grave (macroematuria e proteinuria in età pediatrica) osservato nella famiglia (Figura 1B). I dati molecolari hanno permesso una corretta valutazione del rischio di ricorrenza e di effettuare diagnosi prenatale.

Conclusioni: Il presente studio ha evidenziato che anche in presenza di un pattern di trasmissione suggestivo di una forma X-linked o autosomica è importante e necessario analizzare contemporaneamente i tre geni associati alla Sindrome di Alport al fine di valutare l’eventuale presenza di un pattern di-genico o di varianti ipomorfe che possano influenzare il fenotipo, la prognosi e la corretta identificazione del rischio di ricorrenza.

 

 

Bibliografia:

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