INTRODUZIONE
Il progressivo aumento dei pazienti in lista di attesa per trapianto di rene ha portato ad accettare reni da donatori definiti “Expanded Criteria Donors-ECD” (cioè donatori con età > 60 anni o fra 50-59 anni ma con comorbidità quali ipertensione arteriosa,decesso per cause cerebrovascolari) permettendo un maggior numero di trapianti anche in pazienti anziani.
La sopravvivenza dei pazienti anziani sottoposti a trapianto di rene è migliore rispetto a coloro che rimangono in dialisi anche se sviluppano più frequentemente patologie cardiovascolari, neoplasie ed infezioni rispetto ai pazienti più giovani.
È noto inoltre, che i reni di donatori ECD sono più sensibili agli effetti nefrotossici degli inibitori della calcineurina (CNI).
Scopo di questo lavoro è valutare l’efficacia di uno schema terapeutico che prevede l’introduzione ritardata (entro 3-5 mesi dal trapianto) di EVEROLIMUS con minimizzazione dei CNI in pazienti sottoposti a trapianto di rene da donatore ECD.
Razionale:
- Sfruttare la superiorità dei CNI nel prevenire le crisi di rigetto nelle prime settimane post trapianto;
- Prevenire problemi a carico della ferita chirurgica/linfoceli;
- Ridurre gli effetti nefrotossici dei CNI a distanza.
PAZIENTI E METODI
23 pazienti, con età media di 61,5 ± 8,3 anni, sottoposti a trapianto di rene da donatore ECD.
L’età media dei donatori era 61,6 ± 5,6 anni e la causa del decesso era nel 74% dei casi di natura vascolare (Figura 1).
La terapia di induzione è stata a base di Basiliximab + steroidi + MMF/EC-MPS + Tacrolimus (livelli ematici 8-10 ng/ml).
Dopo 3-5 mesi dal trapianto sono state eseguite le seguenti modifiche terapeutiche: minimizzazione dei livelli di Tacrolimus (3-5 ng/ml) + introduzione di Everolimus (livelli target 5-8 ng/ml), sospensione di MMF/EC-MPS, mantenimento di prednisone 5 mg/die (Figura 2).
Sono stati valutati i seguenti parametri:
- Incidenza di rigetto;
- Complicanze a carico della ferita chirurgica/linfoceli.
Dopo 6 e 12 mesi dalla shift sono stati valutati:
- Funzione renale
- Pressione arteriosa media
- Alterazioni metaboliche (colesterolo, trigliceridi e glicemia)
- Proteinuria
RISULTATI
I livelli ematici di tacrolimus sono passati da 7,4 ± 1,9 ng/ml a 6,1 ± 2,6 ng/ml dopo 6 mesi dallo shift e 5,9 ± 2,2 ng/ml dopo 12 mesi.
I livelli ematici di everolimus erano 4,4 ± 2,1 e 4,8 ± 2,1 ng/ml rispettivamente dopo 6 e 12 mesi (Figura 3).
9 pazienti hanno presentato ritardata ripresa funzionale, nessun paziente ha presentato crisi di rigetto né complicanze alla ferita chirurgica.
Dopo 12 mesi dall’introduzione di EVE: nell’80% dei pazienti si è verificata una riduzione media della creatinina pari al 16% e un aumento del VFG del 15% (Figura 4).
La PA media si è ridotta da 99,4 ± 5,6 a 94,6 ± 6,6 mmHg; Colesterolo e trigliceridi sono aumentati rispettivamente del 7,8% e 8%; la proteinuria è aumenta da 0,5±0,4 g/24h a 0,9±0,7g/24h (Figura 0).
RISULTATI
- L’introduzione ritardata di EVE entro 3-5 mesi dal TX rene di donatori ECD in associazione a bassi livelli di CNI è uno schema immunosoppressivo efficace e sicuro;
- Nella maggior parte dei pazienti si è verificato un aumento del VFG ad un anno dallo shift;
- Non si sono verificate complicanze a carico della ferita chirurgica/linfoceli;
- Le alterazioni metaboliche sono tali da non richiedere interventi terapeutici;
- È necessario un follow-up prolungato per verificare gli effetti a distanza sulla proteinuria.