RAZIONALE
Il trapianto di rene da donatore vivente rappresenta la migliore terapia sostitutiva della funzione renale per il paziente uremico (Garcia G.G-2012 [1]). Al fine di incrementare le possibilità di usufruire di questa opzione terapeutica sono state messe appunto nuove strategie di trapianto in grado di valicare i limiti di compatibilità. Tuttavia il ricorso a procedure non convenzionali (ad es. il trapianto AB0 incompatibile, il trapianto con DSA etc.) ha portato alla luce il rischio di una peggior risultato di queste terapie. Risulta quindi necessario un monitoraggio dei riceventi di trapianto di rene da vivente che tenga in considerazione le nuove problematiche emergenti.
MATERIALI E METODI
È stata analizzata la casistica di trapianto di rene da donatore vivente effettuato dal 2008 al 2015 presso il nostro Centro. Sono state analizzate le cartelle dell’ambulatorio dell’U.O., di Nefrologia trapianti e dialisi per analizzare i dati istologici, ematochimici e immunologici. È Per l’analisi statistica è stato utilizzato il test-t di student (p<0,05 è stato considerato statisticamente significativo). Gli end-point primari sono stati la sopravvivenza d’organo e l’andamento della creatininemia nel follow-up ambulatoriale. Sono state inoltre analizzate le caratteristiche di popolazione (patologia di base, altri trapianti effettuati, trattamento dialitico pre-trapianto).
RISULTATI
Quaranta trapianti sono stati eseguiti da donatori consanguinei, 74 da non consanguinei. L’analisi della patologia di base (riportata in tabella 1) non ha mostrato una differenza statisticamente significativa tra i maschi e le femmine (p=0,33). Il 7,9% avevano effettuato dialisi peritoneale, il restante 92,1% emodialisi. Sono stati eseguiti 30 trapianti preemptive, mentre per i restanti 84 pazienti, a durata media di dialisi è stata di 24±44,5 mesi. L’analisi della casistica ha dimostrato una sopravvivenza d’organo a 5 anni (grafico 1) pari al 95%. Le biopsie dei pazienti rientrati in dialisi hanno evidenziato un quadro di transplant glomerulopathy, rispettivamente a 24 e a 54 mesi dal trapianto. 1 paziente è deceduto per cause infettive.
CONCLUSIONI
I risultati ottenuti confermano che il trapianto da donatore vivente offre risultati eccellenti in termini di sopravvivenza del paziente e dell’organo.