PO 151 – Il Centro di Cultura Medica e l’etica delle terapie di sostituzione d’organo

Autori: O. F. Tartaglia(1), S. Samoni(1,2), G.Villa(1,3), A. Brendolan(1,2), M. Zanella(1,2), N. Marchionna(1,2), C. Ronco(1,2)

Affiliazioni: (1) International Renal Research Institute Vicenza (IRRIV), Vicenza, Italia (2) U.O. Nefrologia, Dialisi e Trapianto renale, Ospedale San Bortolo, Vicenza, Italia (3) Università degli studi di Firenze, Firenze, Italia

Introduzione
Lo sviluppo tecnologico proprio della medicina moderna ha permesso a terapie extracorporee, come la dialisi, di sostituirsi alla funzione degli organi insufficienti, anche nei pazienti a fine vita. L’appropriatezza e la proporzionalità di questi trattamenti sono spesso fonte di dibattito e richiedono chiavi d’interpretazione differenti per essere efficacemente rapportate a grandi principi di bioetica, quali la beneficialità o la non-maleficenza.
Metodo
Con lo scopo di sensibilizzare e formare il personale sanitario coinvolto nel management dei pazienti critici con disfunzioni d’organo terminali, acute o croniche, è stato istituito all’interno dell’U.O. di Nefrologia, un Centro Sperimentale di Cultura Medica.
Risultati
In sei anni di attività il Centro ha raccolto e pubblicato in collane editoriali, saggi, lavori e testimonianze di esperienze cliniche con taglio multidisciplinare e con un forte richiamo alla sociologia e alla bioetica dei percorsi di cura e assistenza (Quaderni di Cultura Medica). Specifici percorsi formativi, comprendenti elementi di medicina umanistica, filosofia, psicologia e sociologia, sono stati quindi creati per migliorare l’approccio comunicativo al paziente e alle famiglie (la Scuola di Medicina Umanistica).
Riflessioni Finali
Il Centro di Cultura Medica potrebbe essere un efficace contraltare al forte tecnicismo che spesso caratterizza la medicina moderna, nonché un indispensabile completamento del percorso formativo degli operatori sanitari.

Lascia un commento