PO 148 – “Come andare dal meccanico”: dalla narrativa alla riflessione su health literacy e comunicazione

Autori: Mariacristina Gregorini, Mariarosa Maiorana, Giuseppe Battaglino, Mattia Corradini, Achiropita Bovino, Danio Somenzi, Elisa Gnappi, Stefania Giberti, Mara Montanari, Roberto Rustichelli, Alfredo Stefani, Francesco Iannuzzella (1)

Affiliazioni: (1) SC Nefrologia e Dialisi AUSL-IRCCS Reggio Emilia

“Pensavo che il trapianto fosse come andare dal meccanico” disse il ragazzo con un’espressione angosciata: “Si cambia il pezzo e il problema è risolto”. Si interruppe scosso da forti brividi, le labbra cianotiche, pallido e con lo sguardo atterrito, a 25 minuti esatti dall’infusione di “OKT3” che iniziava il suo effetto.

Era davvero un meccanico: un giovane semplice, allegro e un po’ sbruffone. Ma ora era spaventato, sofferente ed arrabbiato. Sapeva che il trapianto era l’unica soluzione alla dialisi, ma nessuno era stato capace di spiegargli che era anche un salto nel buio. Ed il buio ora gli avvolgeva la mente e il cuore, precipitato nell’angoscia del rigetto acuto a pochi giorni dal trapianto, ripiombato nell’incertezza della malattia che si ripresentava più feroce che mai, pronta a strappargli quella grande speranza.

Ancora oggi, parlando con i pazienti dico: “Fare il trapianto non è come andare dal meccanico a cambiare un pezzo”.

Dunque è stato un giovane meccanico ad insegnarmi l’importanza dell’Health literacy, definita oggi dall’OMS obiettivo strategico e determinante di salute fondamentale, non solo nel singolo ma a livello di comunità.

Conoscere la propria malattia è un diritto e favorisce migliori risultati clinici, soprattutto nelle malattie croniche: la consapevolezza aumenta l’aderenza terapeutica e migliora la qualità di vita.

La comunicazione efficace è alla base dell’health literacy, che si attua attraverso la relazione e “costruisce resilienza”; l’in-formazione del paziente è un processo che inizia sempre dall’ascolto, porta alla condivisione di potere e responsabilità, realizzando la vera alleanza terapeutica.

Il nefrologo, come ogni medico, non può esimersi dall’approfondire e migliorare le proprie competenze relazionali per favorire questo processo.

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