La malattia renale cronica (CKD), sin dalle fasi iniziali, è associata ad un elevato rischio cardiovascolare (CV).
Tra i fattori potenzialmente in grado di spiegare l’aumento del rischio CV in tali pazienti potrebbe essere compreso anche un incremento della variabilità pressoria (VP). In realtà, gli studi che hanno valutato l’impatto prognostico della variabilità pressoria (VP) a breve termine, espressa come deviazione standard (SD) dalla media, hanno dato risultati contrastanti ed il più spesso negativi. Negli ultimi anni sono stati proposti altri indici di VP a breve termine, tra i quali l‘indice di variabilità media reale (ARV), sembra essere più strettamente associato al rischio CV, rispetto alla SD. Non indagata, finora è la relazione tra ARV e disfunzione renale.
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare le relazioni dell’ ARV delle 24 h e di altri indici di VP a breve termine con l’ albuminuria (AER) ed il filtrato glomerulare (eGFR) in un gruppo di ipertesi essenziali, non trattati.
Sono stati arruolati 328 pazienti con ipertensione arteriosa essenziale e con eGFR > 30 ml/min/1.73 m2.
Tutti i pazienti, mai trattati con farmaci anti-ipertensivi, sono stati sottoposti a:
- Indagini bioumorali di routine
- Valutazione del filtrato glomerulare mediante equazione CKD-EPI
- Dosaggio dell’albuminuria sulla raccolta delle urine delle 24h, mediante metodica immunoenzimatica
- Misurazione della pressione arteriosa clinica (media di 3 rilevazioni effettuate con metodica sfigmomanometrica, dopo 5 minuti di riposo in posizione seduta)
- Monitoraggio ambulatorio della pressione arteriosa delle 24 h.
Sono stati valutati i seguenti indici di variabilità pressoria a breve termine: ARV delle pressioni arteriose (PA) delle 24 h, SD ponderata delle PA delle 24 h, SD delle PA del giorno e della notte.
Le principali caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti studiati sono riportate in figura 1.
I parametri pressori clinici ed ambulatoriali e gli indici di variabilità pressoria esaminati sono presentati in figura 2.
Contrariamente alla iniziale valutazione dei risultati, effettuata prima del termine dell’arruolamento dei pazienti, in cui nessuno degli indici di variabilità pressoria esaminati aveva mostrato associazioni statisticamente significative con AER e GFR, l’ampliamento della casistica ha permesso di rilevare una associazione indipendente, sia pure modesta, dell’ARV della PAS delle 24 ore con l’AER (Fig. 3). Solo nei soggetti microalbuminurici è stata, inoltre, evidenziata una correlazione del GFR stimato tra ARV della PAS delle 24 ore (Fig. 4), SD della PAS diurna (Fig. 5) e SD ponderata della PAS delle 24 ore (Fig. 6). Queste ultime associazioni sono rimaste significative anche in modelli di regressione multipla dopo correzione per vari fattori confondenti.
I nostri risultati, pertanto, mostrano come, in pazienti ipertesi senza severa disfunzione renale, esista una relazione tra albuminuria ed ARV della PAS delle 24 ore. Inolre, quest’ultima, la SD ponderata della PAS delle 24 ore e la SD della PAS diurna, solo nei soggetti microalbuminurici, sono associate inversamente al GFR stimato.
Ulteriori studi prospettici sono necessari per stabilire la direzione di causalità di tali relazioni.