Razionale
L’ADPKD rappresenta una delle malattie genetiche più frequenti nella popolazione generale, determinata dalla mutazione dei geni PKD1 e PKD2.
Difficile è individuare una correlazione genotipo-fenotipo, sia per la profonda variabilità fenotipica (intrafamiliare e interfamiliare), che per la difficoltà nel sequenziamento di PKD1 per la presenza di aree pseudogeniche (esoni 1-33).
Scopo dello studio è individuare una correlazione genotipo-fenotipo nei pazienti con ADPKD.
Casistica e Metodi
Abbiamo arruolato 48 pazienti afferenti alla Nefrologia dei Trapianti e Dialisi dell’AOUC tra il 2010 e il 2011, con diagnosi ecografica di ADPKD.
Lo studio ha previsto una fase clinico-epidemiologica, e una fase genetico-molecolare. Il gene PKD1 è stato studiato dall’esone 34 al 46, mentre il gene PKD2 è stato studiato interamente.
Il sequenziamento del DNA è stato effettuato secondo il metodo Sanger. Le varianti genetiche riscontrate sono state analizzate mediante: “ADPKD: Mutation Database”.
L’analisi statistica è stata eseguita mediante due regressioni logistiche multivariate, considerando come variabili dipendenti la presenza/assenza di componente genetica; come variabili indipendenti sono state utilizzate 17 manifestazioni cliniche.
Risultati
Dall’analisi genetica è emerso che 4 pazienti (8%) hanno la mutazione su PKD1 (esone 34-46) e 5 (12%) su PKD2; abbiamo ipotizzato una mutazione su PKD1 (esoni 1-33) nei 39 pazienti al momento negativi.
Questo studio mostra nell’ADPKD1 (figura 1) l’aumento del rischio relativo di sviluppare infezioni urinarie (OR:3,48), ernia iatale/MRGE (OR:2,88), prolasso mitralico (OR:2,62), cisti epatiche (OR:1,72); nell’ADPKD2 (Figura 2) l’aumento di neoplasie (OR: 4,11). Non c’è correlazione tra aneurismi intracranici e gene mutato.
Nel 14% dei casi non c’è familiarità per ADPKD. Questi dati non sono statisticamente significativi.
Delle 9 varianti genetiche individuate è risultato esserci: 3 frameshift, 2 nonsense, 3 missenso e 1 splicing.
Conclusioni
Questi dati preliminari mostrano una tendenza a sviluppare un fenotipo più aggressivo nell’ADPKD1, e l’aumento di neoplasie nell’ADPKD2. Questo suggerisce quanto, individuare una correlazione genotipo-fenotipo, sia determinante per poter attuare un corretto approccio diagnostico-terapeutico, oltre a identificare con la diagnosi precoce, quei pazienti a rischio di eventi neoplastici al fine di migliorarne la prognosi.