INTRODUZIONE
La presenza di una condizione di iperparatiroidismo secondario si configura come complicanza frequente in corso di malattia renale cronica. Aumentati livelli di iPTH ed FGF-23 accompagnati ad una diminuzione dei livelli sierici di klotho sono reperti frequenti sin dai primi stadi di malattia. Tale condizione può verificarsi anche in pazienti affetti da Scompenso cardiaco cronico congestizio, indipendentemente dalla presenza di malattia renale.
PAZIENTI E METODI
Sono stati valutati 200 pazienti (115 di sesso maschile, 85 di sesso femminile) con età media di 55±8 anni, affetti da scompenso cardiaco cronico e con funzione renale conservata (eGFR medio pari a 80±15 ml/min). Parallelamente è stata considerata una popolazione di controllo di 196 pazienti (100 di sesso maschile e 96 di sesso femminile) con malattia renale cronica di grado moderato (eGFR medio pari a 45±10 ml/min). Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esame ecocardiografico standard con dosaggio di iPTH, FGF-23, klotho, pro – BNP.
RISULTATI
I risultati hanno evidenziato la presenza di valori di iPTH superiori alla norma nella popolazione di pazienti affetti da scompenso cardiaco congestizio, indipendentemente dalla presenza di malattia renale cronica.
I valori di iPTH risultano correlati positivamente con la frazione d’eiezione ed i volumi delle sezioni cardiache di sinistra, così come osservato nei pazienti con malattia renale cronica. La presenza di elevati livelli di iPTH nella popolazione di pazienti affetti da scompenso cardiaco è, inoltre, correlata, con l’outcome clinico e la presenza di recidive di ricovero per scompenso cardiaco. È stata, inoltre, riscontrata una correlazione statisticamente significativa con i valori di TAPSE, a testimonianza del link tra disfunzione destra ed iperparatiroidismo.
CONCLUSIONI
Dai risultati emersi, si può concludere come il dosaggio di iPTH risulta di primaria importanza anche in pazienti cardiopatici esenti dal patologia renale cronica. La correlazione tra valori di iPTH elevati, elevata frequenza di recidive di ricovero per scompenso cardiaco e mortalità cardiovascolare, rende razionale il dosaggio dei livelli di IPTH in pazienti non nefropatici anche allo scopo di valutare la terapia con vitamina D in questa coorte di pazienti.