Dilatazione del ventricolo sinistro e danno renale subclinico nell’ipertensione arteriosa essenziale

Background

L’ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) è classicamente considerata un predittore di rischio cardiovascolare sfavorevole ed è la più diffusa forma di cardiopatia riscontrabile nel paziente con ipertensione arteriosa essenziale. Recentemente è stata proposta una classificazione dell’ipertrofia cardiaca basata su parametri ecocardiografici di dilatazione e concentricità (Khouri et al, 2010 [1] (full text)) che ha dimostrato una buona capacità predittiva dell’outcome cardiovascolare (Bang et al, 2014 [2]). Il ruolo del rene come marker precoce di rischio cardiovascolare è ben conosciuto, in particolare per quanto riguarda la microalbuminuria (Wachtell et al, 2003) [3] e l’incremento degli indici di resistenza intrarenali (Viazzi et al, 2014 [4]Doy et al, 2012 [5] (full text)). Obiettivo di questo studio è investigare la correlazione tra dilatazione cardiaca e danno renale subclinico nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa essenziale (IAE).

Metodi

Sono stati inclusi nello studio 449 pazienti con IAE non trattata. I pazienti sono stati sottoposti a ecodopplergrafia cardiaca e renale e sono stati valutati i principali parametri biochimici. La geometria cardiaca è stata classificata in 5 configurazioni ecocardiografiche (normale, ipertrofica eccentrica senza dilatazione, ipertrofica eccentrica con dilatazione, ipertrofica concentrica senza dilatazione, ipertrofica concentrica con dilatazione). La presenza di ipertrofia cardiaca è definita come massa cardiaca indicizzata superiore a 115 g/m2 negli uomini e 95 g/m2 nelle donne; la presenza di dilatazione come rapporto tra massa e volume ventricolare sinistro > di 9,1 g/mL0.67 nell’uomoe 8,1 g/mL0.67  nella donna; la presenza di dilatazione è definita  come volume di fine diastole del ventricolo sinistro (LVEDV) indicizzato per la massa corporea > di 74 ml/m2 nell’uomo e 68 ml/m2 nella donna. Le alterazioni dell’emodinamica renale sono state valutate tramite il rapporto tra volume renale ed indici di resistenza. La microalbuminuria è definita come escrezione urinaria di albumina > di 2,5 mg/mmol negli uomini e > di 3,5 mg/mmol nelle donne.

Risultati

Le caratteristiche cliniche dei pazienti sono elencate nella Figura 1, mentre le caratteristiche ecografiche sono elencate nella Figura 2. I pazienti con IVS di tipo concentrico con dilatazione presentavano maggiore escrezione di albumina nelle urine (p= 0,0258), maggiore prevalenza di microalbuminuria (p<0,0001) e minore rapporto tra volume renale e indici di resistenza intraparenchimali rispetto ai pazienti con ipertrofia concentrica non dilatata (p=0,0093) (Figura 3). I pazienti con IVS di tipo eccentrico dilatato mostravano una maggiore prevalenza di microalbuminuria rispetto ai pazienti con ipertrofia eccentrica ma senza dilatazione (p<0,0001). I pazienti con dilatazione delle camere cardiache presentavano una maggiore prevalenza di microalbuminuria (p=0,0002) e un minore rapporto tra volume ed indici di resistenza intraparenchimale (p=0,0107) rispetto ai pazienti senza dilatazione. La dilatazione del VS era correlata in modo indipendente al danno renale subclinico anche dopo aggiustamento statistico per numerose altre variabili (Figura 4).

Conclusioni

Nell’ambito dell’ipertensione essenziale, la presenza di dilatazione del VS è fortemente associata a permette al danno renale precoce. Questi risultati forniscono un razionale fisiopatologico che potrebbe contribuire a giustificare l’outcome più sfavorevole osservato nei pazienti con ipertrofia ventricolare sinistra associata a dilatazione.