RAZIONALE
Nei pazienti in dialisi il controllo dei fosfati e del potassio è indispensabile sia per dominare l’iperparatiroidismo secondario (“Sanghavi S. – 2013 [1]“) sia per limitare la mortalità cardiovascolare (“Kendrik J – 2011 [2]“). ( [3] (full text)“Eddington H – 2010 [3] (full text)“) La maggior parte dei pazienti riceve tuttavia informazioni nutrizionali solo teoriche (“ [4]Durose CL – 2004″ [4]).
Abbiamo pertanto organizzato una lezione per dializzati in un laboratorio di cucina, con un team multidisciplinare composto da infermieri, nefrologi, una dietista e un cuoco professionista, con l’obiettivo di far realizzare direttamente ai pazienti e ai loro familiari un menu a basso contenuto di fosforo e potassio, valutando la consapevolezza sul corretto impiego dei chelanti, e gli esami ematochimici a tre e sei mesi dall’incontro.
CASISTICA E METODI
Su 133 pazienti idonei 24 partecipavano insieme ad un familiare, compilando un questionario preliminare sulle abitudini alimentari, sulle conoscenze relative a fosforo e potassio, e sui chelanti. (Figura 1)
Durante la serata venivano date informazioni teoriche e pratiche sui due elementi, sui farmaci, e sulle tecniche di cottura, preparando una cena consumata poi tutti insieme. (Figura 1 e Figura 2)
Al termine dell’incontro il questionario veniva ripetuto. (Figura 1)
Venivano misurati potassio e fosforo basali e a tre e sei mesi dal corso. (Figura 3)
RISULTATI
Al termine del seminario i partecipanti riportavano un miglioramento delle variabili prese in esame (Figura1).
Il 67% dei partecipanti percepiva un progresso nelle proprie competenze in ambito nutrizionale, e il 62% giudicava l’iniziativa ottima.
La fosforemia, la kaliemia e il numero di compresse di chelanti non variavano dopo tre e sei mesi. (Figura 3).
CONCLUSIONI
Per affrontare i cambiamenti dell’alimentazione legati all’avvio della terapia dialitica un apprendimento in ambiente informale, insieme a un familiare, è molto apprezzato, clinicamente utile, logisticamente ed economicamente sostenibile.
Modificare i livelli plasmatici di fosforo e potassio e il consumo di chelanti richiede probabilmente un intervento personalizzato e duraturo nel tempo. Le scarse conoscenze nutrizionali rilevate nei pazienti e il gradimento del corso confermano l’esigenza formativa in questo ambito.