Introduzione
Il trapianto renale rappresenta il trattamento sostitutivo d’elezione dell’insufficienza renale cronica terminale. Il rischio di comorbilità psichiatrica nei pazienti in attesa di un trapianto renale (ATR) e dopo il trapianto renale (PTR) è elevato (5-45%) similmente ad altre popolazioni affette da patologie croniche, con ripercussioni sulla salute e sulla qualità di vita ( [1]). È noto che il trapianto renale richieda un processo di adattamento bio-psico-sociale che può esitare in una crisi psicosomatica ( [2] (full text)). I Criteri Diagnostici per la Ricerca in Psicosomatica (DCPR) identificano variabili psicologiche che non trovano spazio nei sistemi nosografici psichiatrici tradizionali e che ampliano lo spettro di informazioni utili al processo clinico ( [3] (full text)). Mancano studi che analizzino sindromi DCPR nei pazienti ATR e PTR. Obiettivi del nostro studio: indagare la prevalenza delle sindromi DCPR in ATR e in PTR; identificare eventuali correlazioni fra diagnosi DCPR, diagnosi ICD-9 e caratteristiche socio-demografiche dei pazienti.
Soggetti e Metodi
Sono stati screenati 175 pazienti ATR e PTR afferenti all’UOC di Nefrologia e Dialisi dell’AOU St. Anna di Ferrara. Raccolti dati anamnestici e di laboratorio; effettuato colloquio psichiatrico e formulata eventuale diagnosi secondo i criteri ICD-9. Somministrata intervista strutturata per valutare le 12 sindromi DCPR organizzate in tre cluster (somatizzazione, comportamento abnorme di malattia, irritabilità) e due costrutti diagnostici (alessitimia, demoralizzazione).
Risultati
Sono stati arruolati 164 pazienti : 64,8%; età 55,1±12,0 anni. Le caratteristiche cliniche sono riportate in Tab.1. Nessuna differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (p NS).Il 30,3% della coorte soddisfava i criteri per un disturbo psichiatrico secondo il sistema ICD-9 (Tab. 2), principalmente disturbo dell’adattamento (9.1%), mentre il 62,8% per almeno una diagnosi DCPR. Relativamente ai cluster: il 22,5% presentava somatizzazione, il 29,9% comportamento abnorme di malattia; il 31,7 % irritabilità. Il 24,4% era positivo per alessitimia e il 17,1% per demoralizzazione (Tab 2). Almeno una sindrome DCPR risultava nel 73,5% dei soggetti con diagnosi psichiatrica e in più della metà dei pazienti (58,3%) che al colloquio non aveva ricevuto una diagnosi. Nessuna correlazione è risultata significativa tra diagnosi DCPR e variabili socio-demografiche (p NS).
Conclusioni
Questo studio rileva per la prima volta una prevalenza (62,8%) di sindromi DCPR negli ATR e PTR superiore rispetto alla popolazione generale ma sovrapponibile a quella identificata in altri setting medici ( [4]). Non sono emerse differenze significative nella prevalenza di diagnosi DCPR e diagnosi psichiatriche fra i due gruppi di pazienti, dato concorde con altro recente studio ( [5]). Sebbene l’overlap fra diagnosi ICD-9 e diagnosi DCPR sia elevato, non tutti i pazienti con diagnosi psichiatrica presentano una sindrome DCPR (73,5%), e, viceversa, più della metà dei pazienti senza diagnosi psichiatrica soddisfa i criteri per almeno una diagnosi DCPR. L’applicazione concomitante del colloquio diagnostico e dell’intervista DCPR può identificare un maggior numero di pazienti ATR e PTR affetti da distress psicologico e attivare precocemente eventuali trattamenti che migliorino la qualità di vita di questa popolazione.