CALCIFICAZIONI VASCOLARI NELL’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA E NEI TRAPIANTATI: VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE

INTRODUZIONE

L’insufficienza renale cronica (IRC) è una malattia grave e complessa, con una elevata prevalenza di complicanze cardiovascolari. I pazienti affetti da IRC sono esposti a perturbazioni emodinamiche, disfunzione endoteliale, stress ossidativo e ad anomalie metaboliche che portano al rimodellamento arterioso e allo sviluppo di calcificazioni vascolari (Gauthier-Bastien A-2013) [1]. Abbiamo studiato composizione chimica, struttura e localizzazione delle placche calcifiche di questi pazienti e correlato i risultati ottenuti con alcuni parametri ematochimici.

MATERIALI E METODI

Lo studio è stato condotto su 50 pazienti affetti da IRC III-V stadio (10 dei quali in Emodialisi), 10 trapiantati renali e su un gruppo di controllo. Abbiamo studiato con RX, TC e ultasonografia le placche di ciascun paziente e dopo averle prelevate abbiamo esaminato con il microscopio elettronico la struttura di ciascuna placca, misurato l’espressione di sirtuina 1 e 4 con immunoistochimica e infine, per comprenderne la composizione chimica, abbiamo estratto la parte calcifica delle placche per sottoporla a spettrofotometria previa degradazione del materiale biologico (Figura 1 e Figura 2). Abbiamo correlato i risultati ottenuti con indici di funzionalità renale e infiammazione.

RISULTATI

I pazienti con IRC e trapiantati presentano un maggior numero e diffusione di placche rispetto ai controlli (Figura 3 A). Le placche sono di volume superiore e la percentuale di placca composta da core necrotico e calcio è maggiore rispetto al tessuto fibroso (p<0.0001) (Figura 3 B). Differente è anche la composizione chimica: fosfato di calcio e apatite sono più rappresentati nei pazienti con IRC e Trapiantati, mentre nei controlli whitlockite e fosfato di calcio/apatite sono rappresentati nella stessa misura. Sirtuina1 e 4 risultano maggiormente espresse nelle placche dei pazienti con IRC (p<0.005), indicando maggiore stress emodinamico (Figura 3 C). Calcio, pH, azotemia, creatinina e PCR risultano correlate positivamente con numero,volume e parte calcifica delle placche (Figura 4).

CONCLUSIONI

l’IRC influisce su numero e composizione delle placche arteriose. Le placche di questi pazienti sono più instabili e a rischio rottura. Importante è il controllo precoce delle complicanze metaboliche ed emodinamiche.