PO 71 – STUDIO OSSERVAZIONALE RETROSPETTIVO MULTICENTRICO SU EFFICACIA E SICUREZZA DELL’UTILIZZO DI CHELANTE DEL FOSFORO A BASE DI OSSI-IDROSSIDO SUCROFERRICO IN UNA POPOLAZIONE DI PAZIENTI IN DIALISI PERITONEALE (DP).

Autori: S. Porreca (1), U. Mercurio (2) , G. Cataldi (1) , G. Pallotta (1) e R. Russo (2)

Affiliazioni: (1) U.O.S.V.D. di Nefrologia e Dialisi – P.O. “F.Perinei” – Altamura – ASL BA (2) U.O.C. di Nefrologia e Dialisi. – A.O.C. “Policlinico di Bari”- BARI

L’iperfosforemia rappresenta una importante problematica nei pazienti(pz) con insufficienza renale cronica in dialisi. L’ossi-idrossido sucroferrico (OS) è un chelante del fosforo a base di ferro con una buona capacità legante il fosforo(P) sulla cui efficacia e sicurezza esistono ad oggi pochi studi nella popolazione di pz in DP. Scopo del lavoro è stato valutare in maniera retrospettiva, efficacia e tollerabilità dell’OS rispetto ad altri chelanti del P (Sevelamer (S) ) in una popolazione di uremici cronici in DP. Sono stati selezionati 32 pz, suddivisi in 2 gruppi in base all’utilizzo di OS (21pz; 1-2 g/die) o S (12 pz; 1,6-7,2 g/die), per 12 mesi di osservazione. Le concentrazioni sieriche di P si riducevano in maniera statisticamente significativa entro 12 settimane nel gruppo in terapia con OS rispetto al gruppo con S (-1,2 vs – 0,6 mg/dl ) utilizzando un quantitativo di pillole inferiore nel gruppo con OS (3+/- 0,5 vs 5,1 +/- 2,1 compresse/die). I livelli di TSAT risultavano aumentati in maniera stiticamente significativa nel gruppo OS dopo 24 settimane di osservazione. I livelli di emoglobina infine aumentavano in maniera statisticamente significativa in un 1 anno nel con OS (p=0.04). La percentuale di pz in terapia marziale era del 40,3% nel gruppo OS e del 37,8% nel gruppo con S. La percentuale di pazienti che hanno riportato almeno un evento gastrointestinale è stato dell’ 78,0% nel gruppo OS e 70,1% nel gruppo S. In conclusione dai nostri dati è emerso come l’efficacia dell’ OS non è inferiore a quella del S per il controllo della fosforemia sierica nei pazienti sottoposti a PD; a fronte di un minor carico di pillole da assumere si evidenzia una buona tollerabilità che fornisce un alto tasso di aderenza alla terapia da parte dei pz nel breve-lungo termine.

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