PO 34 – TROMBOSI DI ARTERIA BRACHIALE ANEURISMATICA, CON ISCHEMIA CRITICA DEL BRACCIO SINISTRO: CASE REPORT.

Autori: C. Jovane1, P. Farfaglia1, F. Bonelli1, C. Figliola1, E. Sogni1, L. Rimoldi1, A. Castiglioni1

Affiliazioni: 1 UOC Nefrologia e Dialisi, P.O. di Gallarate, Asst Valle-Olona

INTRODUZIONE

L’arteria scelta per il confezionamento di una Fav, può subire, eccezionalmente, una degenerazione aneurismatica trombotica. La complicanza più pericolosa è un’ischemia critica dell’arto interessato.

Maschio, 62 anni, in dialisi dal 1993 al 1999, con Fav radio-cefalica del braccio sinistro. Veniva sottoposto a trapianto renale nel 1999. Dopo 14 anni, nel 2013, rientrava in dialisi, con una fav protesica al braccio destro. Dopo 5 anni, il paziente lamenta parestesie e dolore al braccio e mano sinistra. L’esame obiettivo mostra una ridotta sensibilità, un colore non dissimile all’arto controlaterale e polsi brachiale ulnare e radiale assenti. Al controllo ECD, l’arteria brachiale non era visibile, fino al cavo ascellare, nella sede anatomica dell’arteria brachiale erano visibili tre formazioni ipoecogene, con Ø di 11 mm, come da vaso trombizzato, ma non di univoca interpretazione, le arterie ulnare e radiale non erano visibili. Un secondo ECD conferma un’estesa trombosi dell’arteria brachiale aneurismatica e il paziente veniva sottoposto a intervento di esclusione di aneurisma e bypass protesico axillo-ulnare. Dopo a 48 h, un ECD mostra un flusso valido endoprotesico, e la pervietà delle a. ulnare e dell’arcata palmare. Il paziente ha riferito un istantaneo beneficio, con ritrovata funzionalità della mano e assenza di dolore. Dopo 4 mesi, il bypass è pervio e ben funzionante.

CONCLUSIONI

I dati in letteratura indicano che un aumento delle resistenze dopo la “chiusura” di una fav e l’uso della terapia immunosppressiva sono stati dentificati come possibili fattori di rischio. Nel nostro caso, una fav con una trombosi “spontanea”, ha causato una lenta dilatazione dell’a.brachiale per apposizione trombotica, mentre il paziente assumeva la terapia immunosoppressiva.

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