PO 240 – Il “failing graft”: approccio combinato istologico e molecolare

Autori: Lavacca Antonio (1), Linsalata Antonio (1), Presta Roberto (1), Gai Chiara (2), Barreca Antonella (3), Messina Maria (1), Camussi Giovanni (2), Papotti Mauro Giulio (4), Biancone Luigi (1)

Affiliazioni: (1) AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, SCU Nefrologia-Dialisi-Trapianti, Dipartimento di Scienze mediche, Università degli studi di Torino, (2) Dipartimento di Scienze mediche, Università degli studi di Torino, (3) AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, SCU Anatomia ed Istologia Patologica; (4) SCU Anatomia ed Istologia Patologica, Dipartimento di Oncologia, Università degli studi di Torino

Introduzione. Studiare la patogenesi del fallimento del rene trapiantato (RT) è fondamentale per individuare terapie mirate/efficaci e definire una prognosi. Lo scopo è ottimizzare la gestione del paziente e delle risorse. Approcci di tipo molecolare, oltre che istologici e clinici, si sono dimostrati utili in questo contesto

Scopi. Analisi di incidenza e prognosi delle patologie causa di fallimento (CF) del RT; analisi di fattori clinici, istologici, sierologici. Caratterizzazione molecolare di alcune patologie del RT.

Materiali e metodi. Studio retrospettivo (2010-2016) monocentrico; 263 casi di fallimento “death censored” del RT. 543 biopsie renali (BR) per causa; CF definita istologicamente (BANFF 2015) nel 74,1% dei casi. Studio di espressione di 43 geni (ENDAT, mesangiali e podocitari) in un sottogruppo (17 casi e 3 controlli con BR normale)

Risultati. Principali CF del RT: rigetti cronici (RC; 33,3%), glomerulonefriti recidive e de novo (GN; 21%), IF/TA (13,8%), rigetti acuti (11,3%). RC e GN sono le principali CF del RT rispettivamente tra il 5° e il 15° anno e dopo il 15° anno. Tempo di progressione dalla disfunzione alla dialisi: GN 53 mesi, IF/TA 42 mesi, RC 30 mesi. “ti” e “C4d” score maggiori correlano con minore sopravvivenza organo dal momento della diagnosi istologica. L’espressione genica mostra differenze significative (ENDAT) tra casi e popolazione di controllo

Conclusioni. La diagnosi istologica anche nei RT “end stage” permette di guidare eventuali terapie e di definire la prognosi del RT nell’ottica del ritrapianto (ottimizzazione tempi di re-immissione in lista e della gestione della terapia immunodepressiva). L’utilizzo clinico di tecniche molecolari, per ora sperimentali, porterà benefici in campo diagnostico, prognostico e terapeutico

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