PO 93 – Il valore predittivo dell’uricemia per eventi cardiovascolari e mortalità è indipendente dagli indici del monitoraggio pressorio delle 24 ore.

Autori: G Reboldi (1), F Saladini (2-3), M Pane (1), P Verdecchia (4), P Palatini (3) per Ambulatory Blood Pressure International (ABP-I) Investigators

Affiliazioni: Università di Perugia (1), Ospedale di Cittadella (2), Università di Padova (3), Ospedale di Assisi (4)

Elevati livelli di acido urico (UA) sono associati ad aumentati valori di pressione arteriosa (PA), tuttavia è poco conosciuto il valore predittivo per eventi cardiovascolari (CVE) e mortalità indipendentemente dagli indici del monitoraggio pressorio delle 24-h.

5244 soggetti, dallo studio Ambulatory Blood Pressure International (ABP-I), sono stati suddivisi in quartili di UA stratificati per sesso (cut-off interquartile 4.6, 5.4, e 6.4 mg/dl nei maschi; 3.4, 4.2 e 5.0 mg/dl nelle femmine). Il valore predittivo dell’UA è stato valutato con analisi di Cox multivariata, incorporando indici dell’ABPM. I modelli sono stati confrontati utilizzandoAkaike e Bayes information criteria (AIC, BIC).

PA sistolica diurna, notturna e delle 24-h aumentavano in modo lineare dal primo al quarto quartile sesso-specifico di UA (p<0.001), mentre non c’era correlazione con PA diastoliche. I soggetti nel quartile più elevato di UA erano più anziani (p<0.001), più frequentemente diabetici (p<0.001), con ridotta funzione renale (p<0.001), più elevato colesterolo (p<0.001) e BMI (p<0.001). Durante follow-up di 35,087 persone/anno sono occorsi 423 CVE e 185 eventi fatali. Il rischio di CVE era di 0.99, 0.95, 1.11, 1.81, passando dal primo al quarto quartile di UA, mentre per la mortalità era di 1.01, 0.55, 0.93, e 2.01. Includendo nell’analisi multivariata anche gli indici pressori dell’ABPM, la predittività del quartile più elevato di UA manteneva significatività statistica (p<0.05 e p<0.02 per CVE e mortalità rispettivamente), in assenza di eterogeneità per gli HR (p=0.965  per CVE, p=0.999 per mortalità). Secondo AIC e BIC il valore predittivo per lo sviluppo di CVE dei modelli che contenevano PA media delle 24-h o notturna è risultato simile e superiore a quello del modello che includeva solo PA diurna.

Nello studio ABP-I, l’UA risultava un potente predittore di CVE e mortalità con un valore prognostico aggiuntivo indipendente dai tradizionali indici dell’ABPM.

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