Autori: Mella Alberto (1), Tomatis Federica (1), Civiletti Federica (1), Burdese Manuel (1), Colla Loredana (1), Giaretta Fulvia Maria (1), Deambrosis Ilaria (1), Bruno Stefania (1) e Biancone Luigi (1)
Affiliazioni: (1) SC Nefrologia Dialisi e Trapianto U, Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, Presidio Molinette
Introduzione. La glomerulonefrite membranosa idiopatica (GNM) è una patologia autoimmune organo-specifica correlata in senso clinico e prognostico ad autoanticorpi diretti contro antigeni podocitari (prevalentemente contro il recettore della fosfolipasi A2 – Ab anti-PLA2R)[1]. La presenza di podociti nelle urine (podocituria, PdoU) costituisce un marker indipendente di attività in numerose nefropatie[2-5], ma con limitate evidenze nella GNM.
Materiali e Metodi. Analisi in 29 pazienti (pz) affetti da GNM nel periodo 15/12/1999-16/07/2014 (media f/up 5,24±3,35 anni). Test effettuati a fine f/up: dosaggio Ab anti-PLA2R su siero (ELISA); ricerca e analisi quali-quantitativa della PdoU attraverso citometria a flusso su campione di urine spot con Ab anti-podocalixina.
Risultati. La presenza di PdoU in 17/29 pz (58.6%) è significativamente correlata con assenza di remissione (p=0.029), positività per Ab anti-PLA2R (p=0.013) e maggiore proteinuria (Pto) (0.3±0.2 g/die in PdoU neg vs 3.7±3.3 g/die in PdoU pos, p=0.03 – Figura 1). A differenza degli Ab anti-PLA2R, i livelli di PdoU non presentano una correlazione lineare con Pto (Figura 2) con dimostrazione, nei pz con due diversi test in corso di f/up, di variazioni nel tempo indipendenti dal grado di Pto (Figura 3).
Conclusioni. La PdoU sembra fornire un dato aggiuntivo nell’interpretazione dell’attività di malattia nella GNM, con una potenziale migliore correlazione con il livello di attività immunologica rispetto alla sola Pto.