Autori: Michele Marchini1, Ophelia Meniconi1, Elisabetta Giglio1, Paolo Lorusso1, Alberto Lippi1, Maria Francesca Egidi1.
Affiliazioni: U.O Nefrologia Trapianti e Dialisi, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Università di Pisa, Italia.
Un uomo di 36 anni accedeva in PS per mialgie e dolore addominale. La pressione arteriosa era 160/105 mmHg con 76 bpm. Gli esami ematochimici mostravano: Urea 86 mg/dL, Creatininemia 3,55 mg/dL, Sodio 145 mmol/l, Potassio 5,05 mmol/l, HCO3 18,3 mmol/l, CPK 103.566 U/L, Mioglobina > 30.000 U/L. Dopo posizionamento di catetere vescicale si è assistito alla produzione di urine color coca-cola e l’analisi tossicologica su queste ha evidenziato la positività per cocaina. Viene posizionato un catetere venoso centrale e nel corso della degenza vengono effettuati 14 trattamenti di emofiltrazione (HF), mediante Fresenius Multifiltrate, utilizzando un filtro high-flux (HDF 100S o AV 1000S). I primi 7 trattamenti della durata di 4 ore non hanno portato ad un miglioramento clinico né ad un calo dei livelli di mioglobina. Per superare la bassa efficienza di rimozione di sostanze a medio peso molecolare come la mioglobina (17,8 kDa) abbiamo associato alla metodica di HF una componente assorbitiva tramite una cartuccia in resina microporosa adsorbente (HA 330 hemoperfusion cartridge Jafron Biomedical Co. Ltd Guandong, China)[1]. Il paziente è stato quindi sottoposto a 5 trattamenti della durata di 6-8 ore di HF associata ad emoperfusione (HP) con un significativo calo dei livelli di mioglobina e una graduale ripresa della diuresi.
Alla dimissione, 23 giorni dopo l’ingresso il paziente presentava una creatininemia di 1,9 mg/dL, mioglobina 140 ng/ml. All’ultimo controllo a 2 mesi dal ricovero gli esami ematochimici mostravano, livelli di creatininemia e mioglobina nella norma. Il nostro case report riporta l’efficace rimozione della mioglobina associando emofiltrazione ed emoperfusione. Questo case report potrebbe incoraggiare l’utilizzo di questa metodica in altri casi di rabdomiolisi.