PO 27 – Un caso di calcifilassi e gravidanza in emodialisi

Autori: Rossella Perrone (1), Lucia Stipo (2)

Affiliazioni: UO di Nefrologia e dialisi, Policlinico di Modena (1) , (2)

UN CASO DI CALCIFILASSI E GRAVIDANZA IN EMODIALISI

In letteratura i casi di gravidanza a termine con esito favorevole nelle donne in emodialisi cronica sono limitati per diverse problematiche metaboliche e ormonali legate all’uremia. Riferiamo il caso di una paziente affetta da calcifilassi. Inizia emodialisi nel 1989 a quindici anni per nefronoftisi. Dopo due trapianti falliti, a trentasei anni riprende terapia sostitutiva dialitica trisettimanale per scarso controllo del bilancio calcio-fosforo. Sei mesi dopo compaiono chiazze e noduli a impronta emorragica dolenti a livello della coscia destra, seguiti da eritema dolente della mammella sx e da una tumefazione in fossa iliaca sx. La diagnosi istologica depone per angiomatosi cronica diffusa in iniziale calcifilassi. Intensificati ritmo dialitico e terapia medica dell’iperfosforemia, a tre mesi il quadro diviene conclamato. Inizia terapia con sodio tiosolfato 7 g/dì a giorni alterni per otto mesi, fino a novembre 2011, ottenendo risoluzione. In dicembre, a trentotto anni, la paziente riferisce amenorrea: si conferma una gravidanza alla 6^ settimana. Si incrementa la dose dialitica a 3 ore e 30 min per sei giorni/settimana. Ai controlli l’accrescimento fetale è normale. Alla 25+1 settimana di gestazione si ricovera la donna in ginecologia per monitoraggio cardiotocografico del feto. Alla 27+6 settimana si rende necessario taglio cesareo urgente con estrazione di feto vivo e vitale di sesso femminile del peso di 829 g con indice di Apgar 5’=6 e 10’=8. L’incremento della dose dialitica, l’attenzione dedicata all’ottimizzazione della terapia nel supporto al processo gestazionale e lo stretto  follow up, nonostante la storia anamnestica della paziente, hanno esitato in un outcome favorevole  per la madre e per il neonato.

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