Autori: David Cucchiari, Ignacio Revuelta, Maria Jose Ricart, Frederic Cofan, Vicente Torregrosa, Pedro Ventura-Aguiar, Erika De Sousa, Rosana Gelpi, Gastón Piñéiro, Frederic Oppenheimer, Fritz Diekmann
Affiliazioni: Unidad de Trasplante Renal, Hospital Clínic, Barcelona, España.
INTRODUZIONE: l’uso di inibitori di mTOR come terapia immunosoppressiva nel trapianto renale può ridurre l’incidenza di neoplasie grazie al loro effetto anti-tumorale. Tuttavia, in alcuni trial clinici sono stati associati a una più alta incidenza di rigetto rispetto al micofenolato.
MATERIALI E METODI: sono stati inclusi nello studio i recettori di trapianto renale da giugno 2013 a maggio 2016 nell’Hospital Clinic di Barcelona (n=413), escludendo i recettori di trapianto combinato (n=51), le trapiantectomie precoci (n=5), i pazienti persi al follow-up (n=7) e con una differente immunosoppressione basale (n=3) (n finale = 347). Tutti i pazienti hanno ricevuto tacrolimus e prednisone in combinazione o con micofenolato o con un inibitore di mTOR (sirolimus/everolimus). I livelli target erano di 6-10 ng/ml per il tacrolimus e di 3-6 ng/ml per gli inibitori di mTOR.
RISULTATI: nell’analisi intention-to-treat (tabella 1), il gruppo di pazienti con micofenolato era più giovane e con piú alta prevalenza di trapianto da vivente. Nonostante questo, non ci sono differenze nei risultati a 1 anno fra i due gruppi, considerando incidenza di rigetto, perdita del graft, morte e funzione renale.
CONCLUSIONI: in circostanze real-life, un protocollo basato su un inibitore di mTOR (sirolimus/everolimus) insieme a tacrolimus e prednisone può essere impiegato come un regime immunosoppressivo standard, essendo associato agli stessi risultati clinici di un regime classico basato sul micofenolato.