PO 225 – DIFFERENTE IMPATTO DELLA PROTEINURIA POST-TRAPIANTO RENALE IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE DEL DONATORE E DEL RICEVENTE.

Autori: Diena Davide (1), De Biase Consuelo (1), Messina Maria (1), Scardino Edoardo (1), Fop Fabrizio (1), Biancone Luigi (1)

Affiliazioni: (1) Unità di Trapianto Renale “A. Vercellone”, S.C. Nefrologia, Dialisi e Trapianto U., Dipartimento di Scienze Mediche, AOU Città della Salute e della Scienza, Università di Torino,Torino.

Sebbene sia noto come lo sviluppo di proteinuria (pto) post-trapianto renale sia correlato ad un peggior andamento dell’organo trapiantato non vi è consenso su quale livello di pto sia dannoso, sui fattori correlati allo sviluppo di pto nel post-trapianto e sull’impatto della pto nei riceventi di donatori cosiddetti “marginali” o a criteri allargati (ECD).

Nel presente studio su 1127 riceventi di trapianto renale da donatore deceduto nel periodo 2003-2013 (f/up medio 8,4 anni) si dimostra come un valore di pto ≥ 0,5 g/die ad un anno post-trapianto abbia una forte associazione con la sopravvivenza d’organo death censored (84,1 % vs 52,5% a 10 anni; p < 0,001; Fig. 1). L’impatto della pto è maggiore per I riceventi di donatori anziani (≥ 70 anni) come dimostrato anche da analisi multivariata.

Una pto di basso grado ad un anno post-trapianto (0,2-0,5 g/die), non dimostra invece una correlazione con l’andamento dell’organo trapiantato sebbene emerga una tendenza per  i riceventi di donatori ≥ 70 anni (sopravvivenza d’organo death censored a 10 anni 82,3% vs 68,0%; p = 0,097).

Anche l’incremento della pto tra 6 mesi ed un anno post-trapianto ha dimostrato una correlazione con il fallimento del trapianto (OR 1,8; IC 95% 1,2-2,5), anch’essa più importante per I riceventi di donatori ≥ 70 anni (Fig. 2).

In conclusione, una pto precoce ≥ 0,5 g/die è un forte predittore negativo di andamento del trapianto. Tale effetto appare sinergico con l’età del donatore e non dipendente dall’età del ricevente. L’incremento anche minimo della pto tra 6 mesi ed un anno post-trapianto è anch’esso correlato a fallimento del trapianto specie con riceventi di donatori ECD. Questo potrebbe guidare strategie d’intervento precoci in una categoria di donatori in forte espansione nel mondo e in Italia e necessitante di attenzioni supplementari proprio per le sue caratteristiche. 

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