Autori: Mennella Giuseppe, Santinello Irene
Affiliazioni: AULSS 6 Euganea, Ospedale di Piove di Sacco (Padova)
L’anemia da carenza marziale è tra i fattori di rischio cardiovascolari più frequenti nei pazienti nefropatici.
In considerazione dell’importanza della correzione di tale deficit, abbiamo indagato sugli effetti del Ferrocarbossimaltosio (FCM) nei pazienti dializzati in termini di costo-efficacia.
Abbiamo somministrato per 6 mesi FCM a 27 dializzati (che rappresentano il 50 % della nostra attuale popolazione di dializzati) di cui 11 naive e 16 già in trattamento da almeno 3 mesi con Ferro Gluconato (FG) ev.
La posologia del FCM abituale variava da 100 a 200 mg, una sola volta a settimana, mentre quella del FG prevedeva la somministrazione di 62.5 mg da un minimo di una ad un massimo di tre volte a settimana.
Si è osservato un notevole miglioramento dell’assetto marziale: le percentuali di pazienti con valori a target di emoglobina e saturazione della transferrina (Hb>10,5 g/dl, TSAT>20%) sono incrementate rispettivamente dal 43% all’ 80% e dal 15% all’81%. Contestualmente il consumo di eritropoietina si è ridotto di circa il 60 % (13500U/pz/sett pre FCM vs. 5286U/pz/sett post FCM) determinando un risparmio di oltre 1000 euro/pz nei 6 mesi osservati.
Pur considerando i costi di FCM sulla base del maggior consumo mensile, il risparmio si è mantenuto pari a 653 euro/pz.
La monosomministrazione settimanale del FCM ha permesso di semplificare il lavoro infermieristico rispetto a quella trisettimanale del FG. Ciò si trasforma in ridotta possibilità di errori e/o reazioni avverse da un lato, e in una riduzione dei costi indiretti.
In conclusione possiamo affermare che il FCM ha comportato:
- Aumento del numero di pazienti a target per Hb e TSAT%;
- Riduzione dei costi per minor consumo di eritropoietina;
- Riduzione dei costi indiretti con semplificazione del lavoro infermieristico.