PO 166 – RABDOMIOLISI SEVERA JATROGENA DA RANOLAZINA- SIMVASTATINA-AMLODIPINA COMPLICATA DA AKI TRATTATA CON HFR E MEMBRANA AD ALTO CUT-OFF (SUPRA)

Autori: Masella Cristina, Cenerelli Stefano, Fattori Laura, Giacchetta Gianrico Maria, Fanciulli Emilia.

Affiliazioni: ASUR MARCHE – AREA VASTA 2 – U.O.C. Nefrologia e Dialisi- Senigallia (AN)

Introduzione:Il rischio di rabdomiolisi da statina incrementa con l’uso di farmaci che interferiscono con il citocromo P450-3A4 (CYP3A4). Presentiamo il caso clinico di una paziente in terapia con simvastatina, ranolazina e amlodipina, con rabdomiolisi severa complicata da AKI e tetraparesi.

Materiali e Metodi:N.F., donna di 74 anni, affetta da cardiopatia ischemica e ipertensione arteriosa. Accede in PS per sciatalgia, alla RX del rachide si evidenzia spondilolistesi L5-S1. Normali gli indici di funzione renale, aumento di GOT (698 U/L) e GPT (277 U/L). Dopo 7 gg nuovo ingresso in PS per comparsa di tetraparesi ed oliguria, si osserva: peggioramento della funzione renale (sCr 3,64 mg/dl, azoto 194 mg/dl), incremento della mioglobina (> 3950 ng/ml), CK: 138.848 U/L, rialzo di GOT:2290 U/L e GPT:1448 U/L. Viene ricoverata in Nefrologia per rabdomiolisi e AKI. La EMG-ENG mostra flogosi e necrosi muscolare. In terapia con ranolazina, simvastatina e amlodipina, la triplice associazione viene identificata quale possibile causa della rabdomiolisi. La comparsa di anuria impone il ricorso alla dialisi, con trattamento misto convettivo/diffusivo/adsorbitivo (HFR e membrana super-high flux con elevato cut off per la rimozione della tossina muscolare). Dopo 7 dialisi si constata ripresa di funzione renale e diuresi. Solo parziale invece è il recupero funzionale muscolare a 4 mesi dall’evento.

Discussione:ranolazina ed amlodipina competono con simvastatina per il CYP3A4, aumentandone concentrazione e potenziale rischio di rabdomiolisi. In letteratura la sola terapia medica è generalmente risolutiva e non richiede terapia dialitica, diversamente dal nostro caso clinico, complicato da AKI e severe sequele motorie secondarie anche al ritardo dell’inquadramento diagnostico.

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