PO 12 – IPONATREMIA ACUTA SEVERA IN PAZIENTE TRATTATO CON ADROTERAPIA

Autori: Luca Estienne (1), Ilaria Massa (1), Alessandro Avella (1), Pasquale Esposito (1), Teresa Rampino (1)

Affiliazioni: UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianto- Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” di Pavia

INTRODUZIONE

L’iponatremia è il più comune disordine elettrolitico e può essere secondario a svariate condizioni cliniche.

CASO CLINICO

Maschio, 45 anni, ricoverato nel 2018 per confusione e iponatremia severa (Na 109 mEq/L) con iperosmolarità urinaria (uOsm 316 mEq/L, Nau>40 mEq/L). Nel 2012 asportazione di condrosarcoma sfeno-etmoidale e adroterapia. Negli ultimi mesi eloquio rallentato e irritabilità. Iniziava soluzione salina 3% e si somministrava test di attenzione visiva (Trail making test-TMT), risultato patologico (parte A:58 sec, parte b:99 sec). Dopo alcuni giorni, la sodiemia migliorava (117->136mEq/L), così come il sensorio e il TMT (parte a:29 sec; parte b:61 sec). Alla RM encefalo diffuse alterazioni ipofisarie attribuibili ai pregressi trattamenti; escluse neoplasie del torace. Si documentava lieve iperprolattinemia, funzione tiroidea conservata e cortisolemia ridotta (2,3 mg/dL, vn 7-25) con ACTH inappropriatamente basso (17 pg/ml; vn 6-57). Al test di stimolo con ACTH rialzo della cortisolemia (12,1 mg/dL), evidenziando un ipocorticosurrenalismo centrale, cui veniva attribuito la patogenesi dell’iponatremia. Infatti, l’inizio della terapia steroidea a basso dosaggio si associava a stabilià della sodiemia.

CONCLUSIONI

La radioterapia con protoni (adroterapia), sebbene selettiva, a livello cerebrale può influenzare l’asse ipotalamo-ipofisi anche a distanza di tempo. Nei pazienti sottoposti ad adroterapia è consigliabile monitorare elettroliti e funzione ormonale.

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