CO 8 – UTILITA’ E SICUREZZA DELLE BIOPSIE DI PROTOCOLLO IN PAZIENTI PEDIATRICI PORTATORI DI TRAPIANTO DI RENE

Autori: F. Zotta1, I. Guzzo1, F. Diomedi Camassei2, L. Dello Strologo1

Affiliazioni: (1)Clinica del trapianto renale,( 2)Anatomia patologica Ospedale Bambino Gesù

Introduzione: Le biopsie protocollari su rene trapiantato sono effettuate a tempi prestabiliti, in assenza di alterazione della funzione renale, per riconoscere precocemente alterazioni istologiche e migliorare la sopravvivenza dell’organo.

Scopo dello studio è stato valutare l’utilità clinica e la sicurezza delle biopsie protocollari in pazienti pediatrici trapiantati di rene.

Materiali e metodi: Sono state incluse nello studio 155, 125 e 55 biopsie di protocollo post-trapianto a 6 mesi, 1 e 5 anni, effettuate tra il 2005 e il 2016 in 204 bambini seguiti presso l’Ospedale Bambino Gesù.

Risultati: Alterazioni istologiche inattese che hanno richiesto variazioni terapeutiche sono state riscontrate nel 19,3% delle biopsie a 3-6 mesi, nel 18,4% a 12 mesi e in nessuna a 5 anni dal trapianto (Tab 1). L’incidenza dei rigetti subclinici a 6 mesi e 1 anno è stata rispettivamente del 16,1% e 12%. I rigetti sono stati tutti trattati.

La funzione renale dei pazienti con rigetto subclinico a 1 anno e a 5 anni dal trattamento è risultata analoga a quella dei pazienti senza alterazioni istologiche (Fig 1). Non si sono verificate complicanze maggiori legate alla procedura bioptica.

La sopravvivenza dell’organo trapiantato è stata rispettivamente del 97,6%, del 95% e dell’ 84,8% a 1 anno, 5 anni e 10 anni. La sopravvivenza del paziente è stata del 98,5% a 1 e 98,1% a 5 e 10 anni.

Conclusione: Le biopsie protocollari a 6 mesi e 1 anno post-trapianto rappresentano un valido e sicuro strumento diagnostico per individuare alterazioni precoci subcliniche. Il trattamento dei rigetti subclinici riporta la funzione renale a quella attesa in soggetti senza rigetto. La biopsia protocollare a 5 anni è invece di scarsa utilità clinica.

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