INDICI DI MALNUTRIZIONE ED INFIAMMAZIONE: EMODIALISI E DIALISI PERITONEALE A CONFRONTO

SESSIONE POSTER I

INDICI DI MALNUTRIZIONE ED INFIAMMAZIONE: EMODIALISI E DIALISI PERITONEALE A CONFRONTO

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INTRODUZIONE

La malnutrizione e l’infiammazione sono  un problemi comuni nei pazienti con IRC al V stadio ed sono predittori di mortalità cardiovascolare. Il tipo di dialisi potrebbe avere degli effetti sia sul quadro nutrizionale sia sul quadro infiammatorio del paziente per diverse ragioni, ad esempio l’esposizione ad alte concentrazioni di glucosio  nei pazienti in dialisi peritoneale (PD), la perdita più precoce della diuresi residua nei pazienti in emodialisi (HD), i differenti stili di vita conseguenti alla metodica dialitica. Lo scopo dello studio è quello di valutare gli indici di malnutrizione e di infiammazione in due gruppi di pazienti trattati con HD o con PD.

MATERIALI E METODI

Abbiamo condotto uno studio retrospettivo trasversale in pazienti dializzati con DP e con HD. Per ogni paziente abbiamo valutato i seguenti parametri: età, tipo di dialisi, la presenza della diuresi, BMI, albuminemia, i livelli di emoglobina, PCR, colesterolo totale, HDL, LDL e trigliceridi. Abbiamo, inoltre, valutato la presenza di eventuali trattamenti con statina, insulina e ipoglicemizzanti orali.

Tutte le variabili continue sono state riportate come mediana e range interquartile [IQR], mentre le variabili categoriche sono state riportate come percentuale. Abbiamo confrontato le variabili continue con il test di Kruskal-Wallis e le variabili categoriche con il test Chi-quadrato di Pearson. La significatività statistica si otteneva con valori di p<0.05 con test a due code. L’analisi statica è stata eseguita con il programma SPSS versione 20.

RISULTATI

Abbiamo studiato 212 pazienti di cui il 44.3% in trattamento emodialitico ed il 55.7% in trattamento con DP. Il 57.6% dei nostri pazienti era di genere maschile.  Fra le due metodiche dialitiche non emergevano differenze significative in termini di età (PD 65.5 [IQR 52.7-75.9]  versus HD  67.7 [IQR 55.5-77.1],  p=0.177) e di diabete mellito (PD 24.6%  verso HD 19.2%, p=0.09); mentre nei pazienti in PD la diuresi residua era significativamente più presente (PD 77.1% versus HD 28.7% p<0.001).

In merito agli indici di nutrizione/infiammazione abbiamo riscontrato un aumento  significativo del BMI, dei valori di colesterolo totale, HDL ed LDL, dei livelli di trigliceridi  e di emoglobina nei pazienti in DP, mentre i livelli di PCR ed di albuminia erano significativamente aumentati nei pazienti in HD, come riportato in tabella 1. Infine, la prevalenza della terapia con statina era maggiore nei pazienti in PD (PD 55.1%  versus HD 37.1% p=0.01), mentre non sono state riscontrate differenze staticamente significative nella prevalenza della terapia con insulina (PD 19.6 % versus HD 13.8 %, p=0.08)  ed ipoglicemizzanti orali (PD  2.3% versus HD 2.1%, p=0.939).

CONCLUSIONI

I pazienti in DP ed i pazienti in HD presentano profili differenti dal punto di vista nutrizionale/infiammatorio e non emerge un chiaro vantaggio per una delle due metodiche dialitiche. Infatti se i pazienti in DP sembrano meno esposti al rischio di malnutrizione visti i valori di colesterolo, trigliceridi e BMI, dall’altro un loro eccessivo aumento potrebbe comportare uno svantaggio in termini di sopravvivenza cardiovascolare. Inoltre, se da un lato la presenza di livelli ridotti di albumina dei pazienti in PD è un fattore di rischio per mortalità cardiovascolare, dall’altro la presenza di livelli più alti di PCR e di livelli più bassi emoglobina nei pazienti in HD rappresentano fattori prognostici negativi  in termini di mortalità cardiovascolare.