Recenti lavori hanno dimostrato che la denrevazione renale transcatetere bilaterale è in grado di ridurre significativamente i valori di PAS e PAD nei pazienti con ipertensione resistente
Altre forme di ipertensione associate ad ipertono simpatico potrebbero beneficiare della denervazione renale, come l’ipertensione essenziale stessa seppur non resistente; l’ipertensione associata ad OSA (uno studio osservazionale recente, condotto in pazienti affetti da ipertensione resistente associata ad apnee notturne, ha dimostrato che la denervazione è in grado di ridurre, oltre la pressione arteriosa, anche gli episodi di apnea e ipopnea); l’ipertensione in pazienti nefropatici con o senza insufficienza renale, dializzati e trapiantati portatori dei reni nativi (nei quali, in passato, è stata dimostrata una riduzione della PA e una normalizzazione dell’MSNA dopo nefrectomia bilaterale). Inoltre anche lo scompenso cardiaco, condizione clinica in cui l’ipertono simpatico gioca un ruolo cruciale, potrebbe giovare di tale trattamento.
In campo nefrologico recentemente è stato pubblicato uno studio pilota condotto su 15 pazienti affetti da insufficienza renale moderata-severa (eGFR medio=31 ml/min) e ipertensione resistente. La denervazione renale bilaterale si è dimostrata efficace nel ridurre la pressione arteriosa in assenza di alterazioni dell’eGFR nel breve e nel lungo termine inoltre gli autori hanno osservato una riduzione (seppur statisticamente non significativa vista la scarsa numerosità del campione oggetto di studio) dei valori di proteinuria delle 24 ore e di UACR.