CASE REPORT: CHILOPERITONEO IN PAZIENTE IN DIALISI PERITONEALE IN TRATTAMENTO CON LERCANIDIPINA
INTRODUZIONE
In letteratura è descritta la comparsa di dialisato torbido chiloso in pazienti in dialisi peritoneale trattati con calcioantagonisti. Le molecole ritenute quali causa di tale fenomeno sono la manidipina in 5 di 8 pz giapponesi nel 1993 (Yoshimoto K, et al. Clin Nephrol 1993;40:114-17) e in 19 di 251 pz giapponesi nel 1998 (Yoshimoto K, et al. Clin Nephrol 1998 Aug;50(2):90-3), la lercanidipina in 8 di 14 pz taiwanesi nel 2008 (Yang WS et al. Perit Dial Int 2008;28:632-36) e in 3 di 23 pz turchi nel 2006 (Topal C, et al. Nephrol Dial Transplant 2006;21:2997-8). In tutti i casi erano assenti segni e sintomi di flogosi peritoneale.
Riportiamo il caso della comparsa di dialisato chiloso in un paziente in dialisi peritoneale dopo assunzione di lercanidipina.
MATERIALI E METODI
Un uomo di 46 anni, in dialisi peritoneale automatizzata da 3 anni, affetto da IRC da nefropatia glomerulare, pancreatite cronica e ipertensione arteriosa trattata con ACE-I e doxazosina, potenziava la terapia ipotensiva con lercanidipina alla dose di 10 mg/die. Dopo 48 ore si verificava la comparsa di dialisato torbido lattescente (Fig. 1) in assenza di sintomatologia clinica e segni riferibili a peritonite. Il paziente non utilizzava icodestrina.
RISULTATI
Nel dialisato, i leucociti, l’esame citologico e le colture per germi aerobi, anaerobi, funghi e miceti erano negativi, elevati i trigliceridi (129 mg%), non rilevabile il colesterolo. Nella norma erano i valori sierici di trigliceridi (165 mg%) e colesterolo (126 mg%), aumentati quelli di lipasi (1634 U/L) e amilasi (480 U/L). La TC addome escludeva la presenza di neoplasie addominali. Dopo 48-72 ore il dialisato tornava limpido nonostante il mantenimento della lercanidipina.
DISCUSSIONE
Nei pz in dialisi peritoneale, il dialisato torbido è solitamente causato da infezioni, icodestrina, neoplasie. Come riportato dalla letteratura, anche nel nostro caso, la comparsa di liquido chiloso ha come agente causale la lercanidipina, calcio-antagonista diidropiridinico di ultima generazione, vasoattivo, altamente lipofilico, che alcuni autori ipotizzano, possa agire sulle cellule muscolari liscie del tratto gastroenterico e sui vasi ematici e linfatici comportando una combinazione di effetti come riduzione della pressione arteriosa, diarrea, aumento dell’ultrafiltrazione e chiloperitoneo. Il rischio di sviluppare l’evento avverso descritto sembra essere relato proprio al profilo lipidico e ai valori elevati di trigliceridi e colesterolo; nel nostro caso essi erano nella norma.
Ulteriori studi saranno necessari per confermare le ipotesi formulate.
Da segnalare, nella nostra osservazione, il carattere transitorio dell’evento avverso descritto nonostante il mantenimento del farmaco.