10 ANNI DI DIALISI PERITONEALE A TAORMINA, PRATICA CLINICA E MONITORAGGIO DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

SESSIONE POSTER I

10 ANNI DI DIALISI PERITONEALE A TAORMINA, PRATICA CLINICA E MONITORAGGIO DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

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Introduzione

Le complicanze cardiovascolari sono la causa maggiore di morbidità e mortalità in dialisi peritoneale. Oltre ai fattori di rischio in comune con la popolazione generale, ve ne sono altri specifici della dialisi peritoneale. Nel nostro centro, al fine di attuare una corretta valutazione e riduzione del rischio cardiovascolare, abbiamo sviluppato un protocollo di gestione clinica dei pazienti in dialisi peritoneale.

Casistica e metodi

Protocollo di gestione dei pazienti in dialisi peritoneale.

Ogni mese: esami ematologicidi routine, PCR. Ogni 3 mesi: PTH. Ogni 6 mesi: PET. Ogni anno: TAC addome, Rx torace, ecocardiogramma, eco addome, ECG, pro-BNP, markers epatitici e neoplastici, beta-2-microglobulina.

Risultati

Dal 2003 ad oggi sono stati seguiti in ambulatorio di insufficienza renale cronica (IRC) conservativa un totale di 1356 pazienti. Di questi, 179 sono progrediti fino alla IRC terminale e sono stati inizialmente avviati all’emodialisi (n=141, 78%) o alla dialisi peritoneale (n=38, 22%). Dei 38 pazienti avviati alla dialisi peritoneale nel corso dell’ultimo decennio(età 63±15 anni, maschi 66%) il 16% (n=6) sono stati trapiantati, 16% (n=6) sono passati in emodialisi, 5% (n=2) hanno cambiato centro di riferimento, 39% (n=14) sono a tutt’oggi in dialisi peritoneale (50% in CAPD, 50% in TIDAL) e 24% (n=9) sono morti. Inoltre, in 9 dei 38 pazienti in dialisi peritoneale si sono verificate un totale di 11 peritoniti (1 peritonite ogni 9.5 anni di dialisi peritoneale).

Conclusioni

La dialisi peritoneale rappresenta oggi una scelta terapeutica valida ed efficace. Un’accurata valutazione del rischio cardiovascolare è indispensabile per una corretta gestione clinica di questi pazienti ad alto rischio.