UTILIZZO DEL DENOSUMAB NEL PAZIENTE EMODIALIZZATO: FOLLOW-UP A 28 MESI DI TERAPIA

INTRODUZIONE

Il Denosumab (Prolia®) è un anticorpo monoclonale umano recentemente introdotto nella terapia dell’osteoporosi. Questo farmaco agisce bloccando il ligando di superficie RANK (RANKL) osteoclastico mimando l’azione della osteoprotegerina (OPG) di origine osteoblastica. Il suo utilizzo nei pazienti emodializzati è poco diffuso e le sue precauzioni di uso riguardano la possibile insorgenza di grave ipocalcemia rendendo necessario un monitoraggio stretto del calcio ematico, dei livelli di 25(OH)2vitD3 e del PTH.

Caso Clinico

Descriviamo il caso di una paziente femmina di 76 anni in emodialisi da 4 anni e affetta da una grave osteoporosi. Nell’Ottobre 2012, iniziava la somministrazione di Prolia 60 mg fl 1 fl s.c. ogni 6 mesi. Date le precauzioni d’uso la paziente veniva monitorizzata da subito per i livelli di calcemia, 25(OH)2vitD3 e PTH. Dal punto di vista clinico, si assisteva a un rapido e netto miglioramento della sintomatologia legata all’osteoporosi. Dal punto di vista bioumorale, il PTH, che in partenza era a livelli molto bassi, mostrava un andamento tipico, aumentando prontamente dopo ogni somministrazione e riducendosi man mano nei mesi successivi. La calcemia seguiva un andamento opposto al PTH, non risultando mai eccessivamente bassa e potendo essere corretta con sali di calcio e calcitriolo per os. I livelli di 25(OH)2vitD3 sono stati normalizzati con l’introduzione di colecalciferolo per os (Fig 1).

CONCLUSIONI

A nostra conoscenza non vi sono lavori in letteratura con un follow-up per il Denosumab in dialisi di 28 mesi. Nella nostra esperienza l’uso di questo farmaco si è rivelato efficace e sicuro. Segnaliamo la normalizzazione dei livelli di PTH, partendo da valori molto bassi dopo l’inizio della terapia.