UN CASO DI STRONGILOIDOSI DISSEMINATA IN PAZIENTE IN TERAPIA CORTICOSTEROIDEA PER SINDROME NEFROSICA DA GLOMERULOSCLEROSI FOCALE

Razionale

La strongiloidosi è una parassitosi, causata da Strongyloides Stercoralis (S.S), microrganismo presente soprattutto nelle aree tropicali e subtropicali (Buonfrate D. [1]). L’infezione, sovente asintomatica o caratterizzata da sintomi aspecifici, è spesso associata ad eosinofilia (Marcos LA. [2]). Nei pazienti immunocompromessi si possono sviluppare un’infezione disseminata e una sindrome da iperinfezione, forme talvolta fatali (Basile A. [3]).

Casistica e metodi

Riportiamo un caso di strongiloidosi disseminata in corso di terapia corticosteroidea.

Risultati

Paziente ecuadoregno trentunenne in terapia corticosteroidea per sindrome nefrosica da glomerulosclerosi focale. Ricoverato per iperpiressia preceduta da faringodinia, non regredita con amoxicillina-clavulanato. All’ingresso temperatura 37.8°C, malessere, cefalea, disuria, astenia con inappetenza. Obiettività negativa. Si confermava sindrome nefrosica, innalzamento di leucociti e PCR, senza eosinofilia. Decorso clinico con curva termica, indici infiammatori e condizioni generali peggiorate nonostante la terapia antibiotica ad ampio spettro.
Esami strumentali, colturali e infettivologici negativi (ecocardiogramma transtoracico e transesofageo, PET-TC, RMN cerebrale, emocolture, urinocolture, mielocoltura per Micobatteri e Leishmania, Malaria, HBV, HCV, Listeria, Toxoplasma, Salmonella, Brucella, Chlamydia,Mycoplasma, Coxsackievirus, EBV, CMV). Positiva la coprocoltura per S.S. (figure 1-2).

Nonostante l’assenza di eosinofilia (per immunosoppressione da terapia steroidea) e di sintomatologia d’organo, veniva diagnosticata una disseminazione con sindrome iperimmune da S.S. Si scalava pertanto la terapia steroidea e si somministrava ivermectina 200 mcg/kg/die per 10 giorni (figura 3), ripetuta per due giorni consecutivi dopo due settimane con regressione di febbre, indici infiammatori, miglioramento delle condizioni cliniche ed esame parassitologico delle feci negativo.

Conclusioni

La strongiloidosi è in aumento alle nostre latitudini per incremento dei flussi migratori e turistici dai Paesi endemici (Greaves D. [4]). Questo caso conferma la necessità di escludere la strongiloidosi asintomatica prima di prescrivere una terapia immunosoppressiva steroidea, per evitare lo sviluppo della forma disseminata spesso fatale (Fardet L. [5]). Oggigiorno non esiste un protocollo terapeutico per queste forme, per mancanza di trials clinici randomizzati e controllati, ma si suggerisce di protrarre la terapia oltre i due giorni usuali, ripetendola dopo due settimane (Igual-Adell R.) [6].