Test utili per la eleggibilità alla DP

Razionale

Il predialisi è un percorso educativo che permette all’assistito e al care giver di maturare la scelta del trattamento dialitico più idoneo. Malgrado possa essere completo nella sua esecuzione spesso non permette di capire se l’assistito o il care giver che sceglie la DP risulti veramente adatto alla autocura o se presenti deficit cognitivi funzionali che alla fine possono dare origine a risultati di non aderenza con conseguente drop out dalla metodica. (“V. Paris 2006 [1]“) 

Al momento non esistono test validati con scores numerici che possano definire criteri di eleggibilità alla dialisi peritoneale.

Abbiamo pertanto utilizzato strumenti già in uso nelle diagnosi infermieristiche (ASGO) e nelle diagnosi neurologiche (Minimal mental test e Zung) e costruito nuovi strumenti (test di microsituazioni e profilo del paziente e del care giver) nel tentativo di ottenere una adeguata valutazione degli assisititi che limiti al massimo il drop out dalla metodica per cause non cliniche.

Casistica e Metodi

Dall’anno 2015,agli assistiti che nel corso del predialisi hanno maturato la scelta di eseguire la dialisi peritoneale, abbiamo eseguito i seguenti test:

ASGO: test che valuta le competenze e l’autocura. Si pesa la complessità assistenziale ovvero se l’assisito può essere definito indipendente, semidipendente o dipendente. È il primo test che viene eseguito e si esegue solo all’assistito. (“Zanotti 2013 [2]“)

ZUNG: test che valuta lo stato di ansia. Il test viene eseguito solo all’assitito se è indipendente e anche al care-giver se l’assistito risulta dipendente.

Minimal Mental Test: test che valuta il livello cognitivo. Questio test utilizza scores numerici che definiscono assenza o presenza di deficit cognitivi. Il test viene eseguito solo all’assitito se è indipendente e anche al care-giver se l’assistito risulta dipendente. (“Folstein MF1975” [3])

Test di microsituazioni: test costruito da noi che definisce la razionalità tramite domande che descrivono i comportamenti di fronte a situazioni di disagio (es: se ti provochi una escoriazione alla mano mentre sbucci una patata come ti comporti? telefoni al 118, chiami i familiri, mi disinfetto e applico un cerotto).

Profilo del paziente: test costruito da noi con domande che descrivono in maniera dettagliata la manualità e la predisposizione alla autocura (es: fai la spesa da solo? usi il telefonino e il telecomando? gestisci da solo l’economia della famiglia? gestisci autonomamente la terapia?).

Profilo del care giver: test costruito da noi che permette di valutare la reale disponibilità alla assistenza. Spesso capita di trovare familiari che dichiarano supporto assistenziale ma alla fine della analisi non rispondono ai requisiti richiesti (es: quanti gg di ferie esegue durante l’anno? Ha Hobby? Ha figli o nipoti a carico? quante volte esegue visita al domicilio del familiare anziano?).

Per valutare l’utilità di questi test nei nostri colloqui abbiamo analizzato gli episodi di drop out dalla metodica e il numero di eventi infettivi dei pazienti che eseguono DP dal 2013, confrontandoli con coloro che hanno eseguito colloquio di predialisi con esecuzione dei test.

Risultati

Anno 2013: 48 colloqui di predialisi, 14 assistiti hanno maturato la scelta di eseguire DP. Di questi pazienti abbiamo avuto 3 dropout dalla metodica di cui 2 per motivi non clinici. 7 peritoniti nell’anno di cui 3 dei pazienti incidenti.

Anno 2014: 42 colloqui di predialisi: 14 assistiti hanno maturato la scelta di eseguire DP. Di questi pazienti abbiamo avuto 4 dropout dalla metodica di cui 2 per motivi non clinici. 10 peritoniti nell’anno di cui 2 di pazienti incidenti.

Anno 2015: 28 colloqui di predialisi: 8 assistiti hanno maturato la scelta di eseguire DP. Di questi pazienti non abbiamo avuto dropout dalla metodica. 4 peritoniti nell’anno di cui nessuna di pazienti incidenti.

Conclusioni

Dal 2015

– in proporzione non è cambiato il numero di pazienti eleggibili alla DP ma si sono ridotti i drop out dalla metodica per motivi non clinici. Questo è stato possibile perchè gli assistiti arrivano alla terapia dialitica con la consapevolezza di saper affrontare momenti di difficoltà precoci e tardivi, agendo nel training con maggiore accuratezza nelle parti di maggiore debolezza (stress, ansia, capacità mentali, manuali, razionali) e perchè indagando l’ambito familiare abbiamo evidenziato che la disponibilità alla cura del paziente, spesso nasconde altri impegni familiari che diventano la causa del drop out (nipoti, ferie, hobby, lavoro, distanza).

– si sono ridotti gli eventi infettivi perchè l’assisitito e/o il care giver viene adeguatamente valutato nelle sue capacità manuali e cognitive.

– tra i pazienti eleggibili alla DP è aumentato il numero di pazienti anziani perchè è stato possibile valorizzare le capacità manuali e la loro autonomia.

– di scegliere la metodica dialitica (APD/ CAPD) che risulta piuì adeguata alle necessità domiciliari e a mantenere buona qualità di vita eseguendo training mirati.