Strategie alternative per la biopsia renale: dall’approccio percutaneo a quello transgiugulare

Razionale

La biopsia renale è l’unica procedura che permette una diagnosi specifica delle patologie renali. Rappresentando il punto nodale dell’iter terapeutico delle nefropatie.

L’approccio percutaneo ha progressivamente rimpiazzato le tecniche chirurgiche, grazie alla diffusione e all’affinamento dell’ecoguida (US). Permangono tuttavia alcune limitazioni legate a monoreni o disturbi della coagulazione. Le tecniche laparoscopica (LS) e transgiugulare (TG) permettono di ridurre il numero di controindicazioni alla biopsia renale, riducendo anche l’incidenza di complicanze.

Casistica e Metodi

Abbiamo eseguito una revisione della letteratura e della casistica del nostro centro (3148 biopsie dal 1981 al 2014), delineando una flow-chart (Figura 1) per la scelta della più idonea tecnica per ogni singolo paziente,con lo scopo di massimizzare le possibilità diagnostiche e ridurre gli eventi avversi.

Risultati

Delle 3148 biopsie renali refertate nel nostro centro 431(13.7%) sono state eseguite su reni trapiantati (con numero crescente dagli anni novanta,con l’inizio dell’attività trapiantologica in sede,picco del 35% nel 2009).

Le chirurgiche (laparotomicaLT,LS,TG,nefrectomia, transplantectomia, campioni autoptici, biopsia su rene da donatore vivente) sono 162 (5.1%). L’attività chirurgica si è ridotta gradualmente dagli anni ’80, per riprendere dopo il 2000.Ciò riflette da un lato il miglioramento delle tecniche US e dall’altro la più recente diffusione delle LS e TG.

Le complicanze sono risultate sovrapponibili a quelle riportate in letteratura: prevalentemente ematomi perirenali senza rilevanza clinica,1% di sanguinamenti maggiori(richiedenti trasfusioni o procedure interventistiche)per via US,assenti in via LS o TG.

Conclusioni

La biopsia US ha ridotto nettamente la necessità di ricorrere all’approccio chirurgico e l’incidenza di complicanze maggiori.In caso di monorene o disturbi della coagulazione TG e LS permettono di minimizzare il rischio emorragico.

Scegliere il giusto approccio può rendere pressocché nulle le controindicazioni a biopsia renale nel paziente consenziente e collaborativo.