Ruolo dell’ecografia toracica nella valutazione dello stato di idratazione nel paziente con sindrome emolitico-uremica “tipica” al fine di ottimizzare la terapia idratante

RAZIONALE

La sindrome emolitico-uremica (SEU) “tipica” , causata da ceppi di E.Coli produttori di verocitotossina, è la causa più frequente di insufficienza renale acuta (IRA) in età pediatrica.

È una patologia autolimitante generalmente a prognosi buona, ma non infrequentemente può portare a complicanze gastrointestinali o neurologiche. Inoltre, nel 55-60% dei casi vi è ricorso a terapia dialitica durante la fase acuta, e nel 25-60% casi vi sono sequele renali a lungo termine: ipertensione, proteinuria, insufficienza renale cronica (IRC), insufficienza renale terminale (ESRD).

La fase prodromica è caratterizzata da diversi giorni di diarrea (generalmente muco-ematica) e/o vomito, scarsa alimentazione e assunzione di liquidi.

È dimostrato che la disidratazione nei primi giorni di malattia è un fattore di rischio per complicanze renali e sistemiche (Ardissino G – 2015) [1] (Ojeda JM – 2013) [2] (full text).

Anche in condizioni di severa disidratazione, diversi fattori clinici possono determinare una sovrastima della volemia del paziente: ipertensione arteriosa per ischemia renale da microangiopatia trombotica, edemi periorbitari o declivi da ipoalbuminemia e danno endoteliale diffuso.

Una precoce e massiva terapia infusiva endovenosa sono correlati a minor incidenza di oligoanuria e ricorso alla dialisi, migliore outcome renale nel medio-lungo termine, e minore incidenza di complicanze neurologiche in acuto (Ake JA – 2005) [3]. Una precoce e abbondante idratazione, fino anche a +10% del peso secco, al fine di reinstaurare il volume circolante e ridurre il danno ipossico-ischemico, ha mostrato un grande beneficio in termini prognostici (Ardissino G – 2016) [4].

L’uso dell’ecografia toracica per valutare lo stato di idratazione nei pazienti con insufficienza renale sta ricevendo crescente attenzione per la sua efficacia e semplicità d’uso. Abbiamo ipotizzato, quindi, una sua applicazione anche in bambini affetti da IRA secondaria a SEU “tipica”.

CASISTICA E METODI

In questo studio osservazionale prospettico, sono stati arruolati neonati e bambini con diagnosi di SEU “tipica”. Al momento dell’ospedalizzazione sono stati raccolti dati anamnestici, clinici e laboratoristici (creatininemia, ematocrito, albuminemia, proteinuria). Un esame ecografico polmonare è stato eseguito all’esordio e dopo risoluzione della malattia. Lo stato di idratazione è stato valutato ecograficamente attraverso la quantificazione delle linee B (Jambrik Z – 2004) [5], ed è stato confrontato con la percentuale di incremento o decremento del peso del paziente rispetto al peso del paziente alla dimissione. Un valore < 5 linee B è indicativo di euvolemia o disidratazione (Figura 1).

RISULTATI

Sono stati arruolati 5 bambini (range 2.5-9.5 anni), con una media di 5.2 giorni (range 3 -7) di prodromi gastrointestinali (diarrea ematica e/o vomito).

Al momento dell’ospedalizzazione, è stato riscontrato clinicamente un sovraccarico di liquidi lieve o moderato in 5/6 bambini, in relazione al riscontro di edema periorbitale (3/5), edema declive (1/5) e ipertensione arteriosa (2/5). Ipoalbuminemia lieve o moderata (range 1.9-2.6) è stata riscontrata in tutti i pazienti.

Sono state effettuate 5 valutazioni ecografiche all’esordio con riscontro di 2.6 linee B (range 0-6) e 5 valutazioni ecografiche alla risoluzione della malattia con riscontro di 1.2 linee B (range 0-2).

Una condizione di oligo-anuria (<0.5-1ml/kg/hr) è stata riscontrata in 5/6 pazienti, ed in tutti i pazienti è stato necessario ricorrere a terapia emodialitica. In tre pazienti si è assistito a risoluzione completa della malattia. In due pazienti (terapia dialitica >10 giorni) è esitata rispettivamente IRC stadio IV e proteinuria 1.3 g/24h.

Un solo paziente ha presentato convulsioni durante il decorso clinico, lo stesso che, all’esordio, mostrava lievi edemi periorbitali e perimalleolari, pressione arteriosa nella norma, 2 linee B all’ecografia toracica, nonostante una severa disidratazione (-9% rispetto al peso alla dimissione).

CONCLUSIONI

L’ecografia toracica è un metodo pratico e sensibile per quantificare lo stato di idratazione dei pazienti pediatrici con SEU “tipica” e potrebbe costituire un valido ausilio per il monitoraggio dello stato di idratazione in corso di fluidoterapia.

L’ecografia toracica potrebbe consentire di massimalizzare l’idratazione senza incorrere in complicanze da sovraccarico idrico e prevenendo le complicanze renali e sistemiche correlate a disidratazione e riduzione della volemia efficace.

Sono necessari studi prospettici interventistici per determinare i benefici di una valutazione sistematica dell’ecografia toracica in pazienti pediatrici affetti da SEU “tipica”.