Ruolo del BNP nel paziente in trattamento emodialitico: studio prospettico osservazionale-L-

INTRODUZIONE

Nei pazienti in emodialisi (HD), la prevalenza di malattia cardiovascolare è elevata e rimane la principale causa di mortalità (Verhave JC, Kidney Int 2005 [1] (full text)).

Il controllo della volemia, e quindi del peo secco (PS) risulta complicato nei pazienti in emodialisi.

Spesso questi pazienti si trovano in una condizione di iperidrataione che, se prolungata nel tempo, induce aumento dei valori di PA (volume dipendente) e sottopone il cuore ad un carico di lavoro aggiuntivo (pressione e volume dipendente). Il perpetuarsi di un sovraccarico di lavoro a livello cardiaco può portare a scompenso cardiaco (ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure 2012. European Heart Journal; 2012) [2] (full text).

La corretta identificazione del peso secco (PS) consente di controllare la volemia, la pressione arteriosa e quindi il grado di stretching cardiaco.

Il BNP è rilasciato dal ventricolo sinistro in condizioni di stretching ed è coinvolto nella regolazione dell’omeostasi idrosalina, induce natriuresi, riduzione del precarico e dei valori di pressione arteriosa, proteggendo il sistema cardiovascolare da un sovraccarico di volume (Boari B et al. Recenti Prog Med 2005 [3]). 

SCOPO DELLO STUDIO

Scopo del nostro studio è stato quello di valutare se il BNP sia un marcatore puntuale di volume, nel paziente in trattamento dialitico e fornisca informazioni sullo stato emodinamico al momento del prelievo.

Inoltre, abbiamo voluto verificare se una singola determinazione dei valori plasmatici di BNP sia utile a stimare il rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare a lungo termine.

PAZIENTI E METODI

Sono stati arruolati 174 pazienti in HD trisettimanale della durata di 4 ore, in trattamento sostitutivo da alemno tre mesi. Sono stati esclusi dallo studio solo i pazienti ricoverati, nessun altro criterio di esclusione è stato stabilito in modo da poter disporre di dati rappresentativi di un tipico pool di soggetti in trattamento dialitico sostitutivo afferente ai nostri Centri. Per ciascun paziente sono stati raccolti i seguenti dati:

1.VARIABILII DEMOGRAFICHE: sesso, età, età dialitica.

2.VARIABILI CLINICHE: diuresi residua, DM, IPA, FA, cardiopatia ischemico dilatativa, cardiopatia ipertensiva, valvulopatie, presenza di PM o ICD.

3.VARIABILI STRUMENTALI: Ecocardiogramma (FE, Diam AP atrio sinistro).

4.PARAMETRI DIALITICI: tipo di metodica, accesso vascolare.

Ogni paziente è stato sottoposto a valutazione clinica per stima del PS. A distanza di 12 mesi è stata valutata mortalità e incidenza di eventi cardiovascolari.

RISULTATI

Le caratteristiche descrittive della nostra popolazione sono riassunte nella tabella 1 (Figura 1).

La distribuzione dei valori di BNP è risultata ampia (range 14-7134 pg/ml, mediana 311).

Correlazione statisticamente significativa è stata identificata con: tipologia di accesso vascolare: valori più elevati sono presenti nei pazienti portatori di FAV protesica (p = 0.02) (Figura 2); presenza di PaceMaker, rispetto ai non portatori (p = 0.006) (Figura 3); correlazione diretta con le dimensioni dell’artio sinistro (diametro AP atrio sinistro: p= 0.05) (Figura 4) (Ishigami J, Nephrology; 2014 [4]).

Analizzando la correlazione tra BNP e incremento ponderale accumulato nel corso dell’intervallo lungo (espresso come variazione percentuale del PS) si osserva una correlazione statisticamente significativa (p = 0.002) (Figura 5) che si mantiene tale anche in un modello di regressione lineare aggiustato per parametri confondenti (FE, presenza di cardiopatia, diametro AP atrio sinistro), suggerendo come il BNP possa essere un marcatore di volume nei pazienti in HD.

Utilizzando come cut-off il valore pre-dialitico mediano del BNP (311 pg/ml) abbiamo suddiviso i pazienti in due gruppi (gruppo A superiore e gruppo B inferiore al valore mediano) e ne abbiamo confrontato l’incidenza sia di eventi cardiovascolari che di morte.

Suddividendo i pazienti in due gruppi sul valore mediano del BNP si osserva come, all’aumentare dei valori di BNP, aumenti il rischio di eventi cardiovascolari e di morte per tutte le cause, indipendentemente dalle comorbilità (Figura 6).

CONCLUSIONI

Dal nostro studio emerge che i valori ematici di BNP rappresentano un indice affidabile di sovraccarico
idrico nel paziente in HD e permettono di stratificare il rischio di eventi cardiovascolari e di
morte in questa popolazione (Artunca et al, Kidney Blood Press Res 2014 [5] (full text)) (Zoccali et al; JASN; 2001 [6] (full text) (Cheng et al;PLoS One; 2013 [7] (full text)).