Proposta di modello gestionale per il trattamento della malattia renale cronica a livello territoriale

Introduzione

L’invecchiamento della popolazione, l’incremento della multi-morbilità, “Stevens L.A.- 2010” [1], l’indebolimento dell’assetto socio-economico e la riduzione della diponibilità dei posti letto di ricovero, con un aumento delle dimissione precoci e ad un incremento dei casi ad alta media complessità assistenziale che vengono dimessi e restituiti al territorio per cui è sempre più indispensabile un consolidamento dei servizi di assistenza primaria e un modello integrato d’intervento nefrologico per il paziente affetto da nefropatia cronica. “Gambaro G-2010” [2] (full text)

Negli ultimi anni si assiste ad un incremento della prevalenza dei pazienti “fragili” cioè clinicamente instabili, disabili, non autosufficienti, soli e con basso reddito affetti da malattia renael cronica. ” Walker S.R.2013″ [3] (full text)

L’invecchiamento è un lento processo biologico infiammatorio che determina un calo della funzionalità renale causato da una progressiva perdita di nefroni in cui compaiono lesioni a livello glomerulare e tubulo interstiziale.

Queste modificazioni iniziano già nella quarta decade di vita, ma un’importante accelerazione del danno renale è descritta tra la quinta e la sesta decade di vita con alterazioni della funzione tubulare e glomerulare, dell’emodinamica sistemica e dell’omeostasi.

Tuttavia alcuni individui non mostrano una riduzione del filtrato nonostante l’avanzamento dell’età, il che fa presupporre l’importanza della prevenzione del danno renale, intervenendo sul rischio cardiovascolare “De Nicola L-2014” [4] mediante un’adeguato controllo tensivo “Sonawane K.B.-2015 [5]” e del peso corporeo, una dieta povera di sale e di proteine e una limitata esposizone ambientale ad agenti patogeni.

L’identificazione dell’insufficienza rnela ecronica e la presa in cura dei pazienti affetti è importante per poter rallentare la progressione del danno renale.

Materiali e metodi

Studio retrospettivo di 23321 persone di età maggiore di 20 anni, con creatininemia superiore a 0,5 mg/dl dal 2012 al 2014. In 5156 pazienti era disponibile la proteinuria su campione estemporaneo chimico fisico delle urine.

Risultati

Sono stati identificati 6428 pazienti residenti a Modena e Provincia affetti da MRC con GFR stimato CKD-EPI < 60 ml/min in almeno due controlli a distanza di 3 mesi. Stratificando in base all’età è emerso che il 5% dei pazienti negli stadi G3-G5 hanno un’età compresa tra i 40-60 anni, il 39,45% tra i 60 e gli 80 anni mentre il 54,5% dei pazienti ha un’età tra gli 80 e i 100 anni. Il valore di proteinuria (mg/dl) indicativo per la stima di progressione della nefropatia e di rischio cardiovascoalre è risultato <10 mg/dl nel 53.72 % dei casi, compreso tra 100-299 mg/ dl nel 15.51% e > 300 mg/dl nel 30, 76 % dei pazienti.

Conclusioni

Dall’analisi della prevalenza dell’MRC a Modena e Provincia è emersa l’elevato numero di pazienti anziani (>80 anni), dislocati in zone come i distretti periferici di più difficile accesso alle cure specialistiche. Per migliorare l’erogazione delle prestazioni nefrologiche si propone l’utilizzo di nuovi strumenti organizzativi costituiti da Case della Salute “Brambilla A.-2014” e tecnici, quali la telemedicina.

Le Casa della Salute possono rappresentare infatti il contesto ideale nel quale realizzare interventi di prevenzione primaria e secondaria della MRC e diventare fondamentali nel supporto alla gestione della paziente cronico, anziano, fragile e polipatologico, con una migliore continuità assistenziale.

Si propone quindi un approccio terapeutico integrato e multidisciplinare tra specialista e MMG, indicando dei percorsi assistenziali per i pazienti affetti da MRC nei diversi stadi di malattia, evitando una gestione parcellizzata del paziente che non considera le copatologie e la qualità di vita del paziente.

Si propone un approccio terapeutico integrato con particolare attenzione alla multimorbilità.