Medical Art Therapy in Emodialisi

Background

Elevata prevalenza di problemi psicologici e psichiatrici nei pazienti in trattamento dialitico cronico

L’importanza dei fattori psicologici nei pazienti in trattamento dialitico cronico (RRT) Cukor D 2007 [1] (full text), Kimmel PL 2001 [2] (full text) e la loro interazione con i sintomi somatici è ben conosciuta Alvarez-Ude F 2001 [3]. In uno studio prospettico durato 4 anni è stato riscontrato che i pazienti che presentano sintomi di ansietà e depressione hanno una mortalità più alta del 38%, rispetto a quelli senza tali sintomi, a parità di età, presenza di diabete, livelli di Emoglobina  Christensen AJ 2002 [4]. La depressione e l’ansia sono fra i sintomi più comuni: la depressione ha una prevalenza del 20-30% nei pazienti in dialisi Chilcot J 2008 [5] (full text). L’ansia, che è stata associata ad un peggioramento della qualità di vita, è più elevata nei soggetti anziani ed aumenta nettamente nei primi mesi di dialisi. Nei pazienti in dialisi è stata descritta una prevalenza di tale sintomo pari al 27% della popolazione Alvarez-Ude F 2001 [3].

Anche la prevalenza di ospedalizzazione per motivi psichiatrici è 1,5-3 volte superiore a quella di soggetti con altre malattie croniche Kimmel PL [2] (full text). In un lavoro di Navidian e coll. è stato pubblicato che il 10% dei soggetti in dialisi cronica hanno una storia di disordini psichiatrici contro il 2,5% della popolazione generale. Altri studi hanno riportato un elevato grado di tendenza al suicidio, depressione, problemi interpersonali, disordini compulsivi, fobie e psicosi nei pazienti in RRT Chen CK 2010 [6]. Di particolare rilevanza nei soggetti in RRT è anche il problema dello Stess: Lo stress è spesso la conseguenza della incapacità di un soggetto a fronteggiare le minacce fisiche e psicologiche La percezione di tale incapacità riduce la qualità di vita di questi pazienti e provoca seri problemi di fisici, mentale sociali ed emozionali Niazi AK 2011 [7] (full text),

Efficacia dell’Art therapy nel migliorare la saluta fisica e mentale

L’Art therapy (AT) è un processo terapeutico basato sul concetto che i processi creativi usati nell’espressione artistica portano a miglioramenti della salute fisica e mentale e ad un benessere emotivo. L’AT è stata usata per curare soggetti con problemi psicologici ed è usata con sempre maggiore frequenza nei pazienti con tumori e nei loro familiari. Le evidenze scientifiche già ottenute mostrano che l’AT riduce i livelli di ansietà e di stress nei pazienti e nei loro caregivers [13,.14.15;16.] Bar-Sela G 2007 [8], Nainis N 2006 [9], Thyme KE 2009 [10].

 L’AT è stata effettuata con successo nei soggetti con tumori e nei loro caregivers mancano tuttavia esperienze con tale trattamento nei soggetti in emodialisi.

Studio di fattibilità

L’AT richiede un certo tempo disponibile per poter essere praticata. Ciò potrebbe costituire una difficoltà per i soggetti in RRT, ed in particolare per quelli in emodialisi (HD), considerato che tali soggetti consumano già una parte cospicua del loro tempo per l’effettuazione della terapia. Ciò potrebbe impedire ai soggetti che lavorano e/o a chi deve espletare attività domestiche, di praticare ll’AT. Abbiamo quindi esplorato la possibilità che l’AT possa essere praticato nel corso della seduta dialitica. Per far questo abbiamo richiesto la partecipazione all’esperimento di alcuni volontari, presi tra i soggetti che effettuano l’ HD presso il nostro Centro. Hanno aderito alla nostra richiesta 6 soggetti. La prova di fattibilità è stata pertanto praticata su questi 6 soggetti, le cui caratteristiche sono riportate in Tabella 1 (Figura 1).

Lo studio di fattibilità si è protratto per 9 mesi. A tutti i partecipanti sono state fornite le seguenti attrezzature: pennarelli, fogli di carta da disegno di diversa fattura e colore, gessetti colorati, tempere, pastelli, acquerelli ecc.

Lo studio è stato effettuato in collaborazione con una arte terapeuta e con le attività di supporto psicologico condotte dalla psicologa del Centro in particolare per quei pazienti che rifiutano un approccio psicologico verbale o con quei pazienti che hanno situazioni di deficit della parola o dell’udito. Arte terapeuta e psicologa hanno partecipato all’elaborazione dei dati.

Risultati

I pazienti che hanno avuto modo di completare lo studio di fattibilità si sono mostrati pienamente soddisfatti dell’esperimento.

L’AT non ha creato alcun problema alla seduta dialitica, non ha interferito in alcun modo con le attività del personale infermieristico e l’immobilità dell’arto dedicato all’agopuntura della fistola, non ha impedito l’espletamento dell’AT.

Si è quindi dimostrata la piena compatibilità tra la pratica dell’AT e l’effettuazione della seduta dialitica. È pertanto possibile dedicare il tempo di tale seduta al trattamento dei pazienti con l’AT.

Dati Preliminari.

Dato l’esiguo numero dei soggetti trattati non è stato possibile praticare una valutazione formale, mediante questionari, sull’esito della terapia rispetto ai sintomi che ci si propone di trattare con l’AT: ansia, stress,depressione, ecc. Tuttavia possiamo affermare che i pazienti hanno accettato tutti di buon grado l’esperimento, si sono dimostrati soddisfatti di aver partecipato e si sono dichiarati disposti a ripetere l’esperimento. 

Dal confronto tra arte terapeuta e psicologa emerge che i disegni eseguiti dai pazienti (Figg 2, 3, 4, 5) evidenziano che il creare uno spazio dedicato in cui il paziente può parlare di sé, attraverso il lavoro creativo del disegno, permette al paziente di dare voce alle componenti emotive e profonde che sono alla base delle sintomatologie ansiose e depressive (senso di solitudine, paura della morte, non accettazione della malattia, ecc…).

Discussione

Migliorare la qualità di vita di un paziente in dialisi cronica è un aspetto di grande interesse e allo stesso tempo di difficile soluzione.

Diversi studi clinici hanno dimostrato come ansia, depressione e stress incidano in maniera importante sia sulla qualità di vita che sulla salute fisica dei pazienti e sulla loro capacità di fronteggiare minacce fisiche e psichiche legate alle problematiche inerenti la terapia dialitica. Si considerino infatti tutte le possibili complicanze cliniche del paziente in dialisi (problemi di accesso vascolare e sue complicanze, ipotensione, neuropatia…) alle quali si aggiungono quelle psichiche (accettazione della malattia, convivenza con la malattia, limitazioni nelle abitudini di vita…). Diventa quindi importante perlomeno cercare di ridurre la componente emotiva e fare in modo che l’ambiente della dialisi stesso permetta ai pazienti di poter esprimere le loro pulsioni, paure, preoccupazioni, ansie.

Per avvicinarci a questo obiettivo, abbiamo pensato che dare ai pazienti la possibilità di esprimersi attraverso l’Art Therapy potesse essere un approccio positivo.

Lo studio di fattibilità che è stato condotto presso il nostro Centro, rappresenta il primo tentativo di applicazione della Art Therapy ai pazienti in emodialisi ed ha permesso una valutazione preliminare di quello che potrebbe essere uno studio più ampio.

I risultati sono stati positivi in termini di accettazione dello strumento sia da parte dei pazienti che dell’équipe. Il clima collaborativo e di partecipazione ha reso meno “impegnativo” il trattamento dialitico spostando l’attenzione dal trattamento all’attività artistica. I pazienti che hanno partecipato allo studio si sono dichiarati soddisfatti e compiaciuti dell’esperienza. Inoltre, il cambiamento espressivo nei disegni dei pazienti (inizio e fine periodo di osservazione) dimostra un miglioramento del rapporto paziente-ambiente; una maggiore apertura e consapevolezza di sé. Le figure della arte terapeuta e della psicologa hanno favorito la comunicazione non verbale dei pazienti aiutandoli a trasferire le loro emozioni dalla parola ai disegni. I pazienti si sono sentiti più stimolati e più liberi nell’esprimersi rispetto al classico colloquio.

Tutto il personale del reparto è stato coinvolto e questo a permesso ai pazienti di aderire completamente e di percepire l’intervento come una possibilità di cura loro riservata.

Essi hanno interagito con le proprie immagini in modo sempre più approfondito, riuscendo in alcuni casi a nominare le proprie emozioni.

Tutto ciò non ha compromesso il regolare svolgimento delle sedute dialitiche ed il lavoro del gruppo infermieristico che anzi ha considerato positivamente l’esperienza.

A questo studio si possono muovere diverse critiche. In primo luogo è uno studio condotto su soli 6 pazienti, in buone condizioni cliniche e volontari. Erano pazienti autosufficienti, e quindi non rappresentativi di tutta la popolazione dialitica.

Non è stato creato un data base e la valutazione dei risultati è stata affidata all’interpretazione delle stesse figure professionali che hanno aiutato nello svolgimento dello studio e che conoscevano i pazienti.

Conclusioni

In conclusione, questo studio di fattibilità ha fornito ai pazienti la possibilità di esprimersi e di dare voce alle componenti emotive che sono alla base delle proprie sintomatologie ansiose e depressive. Inoltre ha dato risultati interessanti in termini sia di accettazione da parte dei pazienti che di compatibilità tra Art Therapy e trattamento dialitico.

Questi risultati ci hanno convinti a programmare uno studio prospettico che ha come outcome primario una diminuzione dei sintomi di ansieta’ e depressione.