La mortalità intraospedaliera e gli eventi cardiovascolari nei pazienti con trapianto renale: dati della Regione Emilia-Romagna

Introduzione

Le patologie cardiovascolari rappresentano le principali cause di morbilità e mortalità nel paziente uremico, per cui il nefrologo è particolarmente attento al loro monitoraggio [1] (full text)L’attenzione verso la comorbidità cardiovascolare è, infatti, parte integrante della serie di indagini che consente al paziente uremico di candidarsi al trapianto [2] Tuttavia, dati precisi tesi allo studio dell’outcome di questa popolazione nella realtà italiana sono scarsi [3] (full text)

Scopo di questo studio è stato quello di valutare la mortalità intra-ospedaliera (MIO) e gli eventi cardiovascolari (ECV) maggiori nei pazienti portatori di trapianto renale (RRT definito sulla base del codice ICD-9-CM), analizzando il database amministrativo della Regione Emilia-Romagna.

Metodi

sono stati considerati tutti i ricoveri per ogni complicanza riportati dal 2001 al 2013. Gli ECV sono stati calcolati sulla base dei codici ICD-9-CM che suggerivano un ECV maggiore (cerebrale, cardiaco e vascolare periferico) ed è stata valutata la MIO per tutte le cause. Sono stati inoltre analizzati l’età, il sesso, il peso del DRG ed è stato calcolato l’indice di Elixhauer (iE) al fine di valutare le comorbidità.

Risultati

Durante il periodo dello studio sono stati valutati 9063 ricoveri in 3648 RRT, l’età media era di 52.9±13.1 anni ed i maschi erano 1945 (63.8%). Il peso medio del DRG era 1.53±1.33, la MIO era del 3.2% (n=117) (Figura 1). 525 ricoveri (5.8%) sono stati determinati da patologie cardiovascolari e 18 RTR (3.4%) sono deceduti durante la degenza. I pazienti che hanno sofferto ECV erano più anziani (58.7±11.3 vs 52.6±13.2 anni, p<0.001) ed avevano un indice di comorbidità più alto (Log iE 1.4±0.08 vs 1.3±0.07, p<0.001) rispetto a coloro che erano liberi da ECV (Figura 2). L’analisi di regressione logistica ha dimostrato che l’età (OR 1.034, 95%CI 1.026-1.042, p<0.001; OR 1.045, 95%CI 1.027-1.064, p<0.001) e la comorbidità (OR 1.075, 95%CI 1.056-1.093, p<0.001; OR 1.165, 95%CI 1.132-1.198, p<0.001) erano indipendentemente associati rispettivamente a ECV e MIO. Anche il sesso maschile risultava essere associato in modo indipendente alla MIO (OR 1.544, 95%CI 1.005-2.371, p=0.047) (Figura 3).

Conclusioni

L’utilizzo di uno score di valutazione delle comorbidità non immunologiche, in associazione all’età superiore ai 50 anni e il sesso maschile, è importante per identificare i pazienti ad alto rischio di eventi clinici maggiori durante l’ospedalizzazione. Il calcolo dell’indice di Elixauer può essere ancora più significativo nella valutazione dei pazienti uremici in lista di attesa per trapianto renale da tempi lunghi.