LA DIALISI PERITONEALE IN SICILIA: DATI RSNDT 2010

PREMESSA

Il RSNDT, istituito con D.A. il 19 dicembre 2008, raccoglie i dati del 100% dei pazienti in trattamento dialitico cronico, attraverso un sistema web based al quale i Responsabili accedono con il proprio account. I dati raccolti riguardano l’anagrafica dei Centri di dialisi, dei pazienti, le nefropatie di base, le modalità di trattamento, le comorbidità, le terapie, i dati di laboratorio e i “movimenti” (decessi, trapianti, cambi di metodica, riprese funzionali, trasferimenti in ed out Regione). La trasmissione dei dati avviene obbligatoriamente a giugno e a dicembre di ogni anno; la mancata trasmissione dei dati comporta  la sospensione del pagamento delle prestazioni (debito informatico) e, in caso di recidiva, la sospensione dell’accreditamento e/o dell’ autorizzazione. Per i Centri ospedalieri, l’invio dei dati costituisce atto d’ufficio. Il debito viene saldato al momento della trasmissione dei dati.

I DATI DEI PAZIENTI IN DIALISI PERITONEALE (DP) – 2010

Le Unità Operative in grado di offrire il trattamento intracorporeo sostitutivo sono al 31 dicembre  2010, 19 (3.77/pmp) di cui 2 pediatriche; la distribuzione dei centri DP per provincia, è piuttosto irregolare: Messina con 5 Centri (di cui 1 pediatrico), Catania 4, Palermo 3 (di cui 1 pediatrico), Enna e Ragusa 2, Caltanissetta, Trapani e Siracusa 1; Agrigento non offre questo tipo di trattamento. (Figura 1)

I pazienti prevalenti in dialisi peritoneale (DP) sono N= 238 cioè il 5% di tutti i pazienti in trattamento dialitico (N= 4685), pari a 47 pmp; si registra dunque un costante incremento annuo del 12,5% rispetto al 31 dicembre del 2008. (Figura 2).

L’età media è 68,6 anni per i pazienti in HD e di 57,8 anni per i pazienti in DP. Il 77% dei pazienti over 18 in DP è autosufficiente (dati sul 75% dei pazienti)  contro il 52% nei pazienti over 18 in HD (dati del 68% dei pazienti). (Figura 3).

La distribuzione delle nefropatie di base nei pazienti prevalenti mette in evidenza come le malattie ereditarie e glomerulari siano le più frequenti nei pazienti in DP, mentre nei pazienti in HD siano più frequenti quelle diabetiche e vascolari.

Il 7 % dei pazienti in DP è HCV+ contro l’11% dei pazienti in HD. Per quanto attiene lo screening dei markers dell’epatite B, l’HBsAg è risultato positivo nell’ 1% di tutti i pazienti in dialisisenza alcuna differenza tra DP e HD; il dosaggio dell’HBsAb nei pazienti in DP, si è rivelato negativo nel 75% (58%-HD), 23% positivo (39%-HD) e dubbio nel 2% (3%-HD).

La vaccinazione è stata eseguita nel 24% dei pazienti in DP contro il 41% dei pazienti in HD.

Se si rapporta il numero dei pazienti prevalenti in DP (N=238) con il pool di pazienti che dializzano nelle strutture pubbliche (N=1231), si osserva come l’81% si sottopone alla dialisi extracorporea, mentre il 19% si sottopone a dialisi peritoneale; di questi ultimi il 49% si sottopone a APD ed il 51% a CAPD.

Il 7,3% dei pazienti  che hanno iniziato il trattamento dialitico sostitutivo nel 2010, si sottopone a DP (N=79): il 44% è in APD, il 56% in CAPD. (Figura 4).

Per quanto riguarda la scelta della DP in relazione alle fasce d’età, si osserva come essa sia privilegiata tra 0 e 14 anni, mentre dai 30 anni in poi il ricorso alla dialisi peritoneale oscilla tra il 3% dei pazienti tra 70 e 74 anni ed il 21% dei pazienti con 55-59 anni.

Nel corso del 2010, i pazienti deceduti in DP sono stati 25 (11,4 decessi anno su 100 pazienti in DP): il 68% per cause vascolari, il 23% per cause infettive e il 9% per cachessia.

L’analisi della sopravvivenza, con il metodo Kaplan-Meyer, calcolata su una coorte di 2180 pazienti incidenti tra il 01/01/2009 e il 31/12/2010, ha messo in evidenza una sopravvivenza significativamente più elevata (log-rank test p

Per quanto riguarda i cambiamenti di metodica dalla DP all’HD, è stato rilevato che nel 17% dei casi si è trattato di una libera scelta,  nel 17% per peritonite, nel 13% per impossibilità sopraggiunta a proseguire la DP,  nel 10% per deficit di depurazione, nel 10% per complicanze catetere, nel 10% per altro, nel 7% per deficit di ultrafiltrazione, nel 16% non è stato inserito il motivo del cambio del trattamento. Per quanto riguarda il passaggio dall’HD alla DP, nel 50% dei casi si è verificato per scelta del paziente, nel 35% per problemi di accesso vascolare, nel 5% per intolleranza agli anticoagulanti, nel 10% dei pazienti non è stato inserito il motivo del cambio del trattamento. (Figura 6).

Per quanto attiene l’iscrizione in Lista d’attesa trapianto (LAT) l’82% dei pazienti (9% di tutti i pazienti in HD) si sottopone ad emodialisi, il 17% (33% di tutti i pazienti in DP) a DP e l’1% non ha ancora iniziato il trattamento dialitico. L’età media dei pazienti in LAT è di 52 anni, senza differenze significative tra le due metodiche.

Il tempo medio d’iscrizione in LAT (cioè il tempo intercorrente tra la data d’inizio dialisi e la data d’iscrizione) è in media di 51 mesi per i pazienti in HD e di 21 mesi per i pazienti in DP; l’anzianità in LAT è invece di 35 mesi per i pazienti in HD contro i 27 mesi dei pazienti in DP.

Nel  corso del 2010 sono stati trapiantati 14 pazienti che si sottoponevano a DP (6% del totale pazienti in DP) e 114 pazienti che erano in emodialisi (3% del totale dei pazienti in HD).