INTRODUZIONE
Numerose recenti pubblicazioni hanno evidenziato l’importanza di fornire ai pazienti in fase predialitica e ai loro familiari programmi educativi (“Lacson E. – 2011”) [1], indicandoli azione fondamentale nella scelta del trattamento dialitico e con risvolti positivi sulla compliance, la riabilitazione sociale del paziente e il tempestivo inserimento in lista trapianto di rene. L’Audit Regione Toscana 2010 e anche altri reports hanno rilevato difformità nella strutturazione dei percorsi educativi (“Alberghini E. – 2011”) [2] e scarsi sono i dati di outcomes oggettivamente misurati.
SCOPO DEL LAVORO
Lo scopo della nostra indagine è stata quella di rilevare su una popolazione di pazienti incidenti in dialisi la ricaduta del percorso educativo sulla idoneità alle terapie dialitiche, la presenza di accesso dialitico consolidato, la modalità di referral alla struttura nefrologica, la partecipazione al percorso di pre-dialisi e il trattamento dialitico definitivo, in un periodo di tempo prefissato.
MATERIALE E METODI
Abbiamo utilizzato il software PFA (Patient Flow Analysis – Baxter) (“Ballerini L. – 2002”) [3] per l’inserimento dei dati dei pazienti incidenti in dialisi a partire dalla prima visita effettuata nel centro fino all’inizio del trattamento dialitico presso la U.O Nefrologia Usl3 – sede di Pescia.
Lo strumento richiede semplici e precise informazioni su dati anagrafici, l’idoneità alle metodiche dialitiche, la presenza di accesso dialitico consolidato al momento del primo trattamento, la modalità di refferral, la partecipazione al percorso educativo pre-dialitico,il primo trattamento in urgenza o in elezione, la modalità di trattamento definitivo. Negli anni 2005 – 2011 sono stati inseriti i dati di 181 pazienti (70 Femmine e 111 Maschi). Lo strumento PFA ci ha permesso di monitorare e confrontare facilmente sia i dati totali (2005 – 2011) che quelli parziali (2005 – 2007 e 2008 – 2011) correlati all’evoluzione organizzativa del centro.
RISULTATI
Considerando i pazienti idonei ad entrambe le metodiche dialitiche, negli anni di riferimento 2005-2011, abbiamo osservato che il 68% dei pazienti sono early referrals (ER) vs il 32% dei pazienti late referrals (LT). Nella scelta del trattamento definitivo il 43% degli ER sceglie la dialisi peritoneale domiciliare (PD) contro il solo 15% dei LT.Dal successivo confronto dei due periodi presi in esame risulta un decremento significativo dei pazienti LR. Infatti, per gli anni 2005 – 2007 abbiamo una percentuale simile ER (49%) vs LR (51%) mentre per gli anni 2008-2011 si ha ER (72%) vs LT (28%). Si è registrato un incremento della DP come trattamento dialitico permanente, correlato all’incremento del numero dei pazienti che hanno effettuato il percorso educativo.
CONCLUSIONI
Questa indagine, eseguita con uno strumento di facile utilizzo è in grado di fornire dati obiettivamente misurabili (“Ballerini L. – 2002”) [3] relativamente alla propria attività. Dai nostri dati si rileva che un programma strutturato educativo in pre-dialisi si associa ad una maggiore scelta dei trattamenti dialitici domiciliari, alla riduzione degli ingressi acuti in dialisi e degli accessi dialitici temporanei. Ciò preclude, in linea con dati già presenti in letteratura (“Wu IW – 2009”) [4] (full text), ad un miglioramento nella programmazione delle strutture con minore ospedalizzazione e rischio di complicanze. Inoltre l’incremento progressivo, da noi osservato, della popolazione ER potenzia la possibilità di scelta dei pazienti relativamente alla terapia dialitica consentendo anche un tempestivo accesso al trapianto renale pre-emptive. È ipotizzabile che un percorso terapeutico-educazionale-assistenziale strutturato con indicatori di qualità facilmente rilevabili e misurabili possa essere proponibile per l’implementazione della dialisi domiciliare.