IMPIEGO DEL CATETERE PERITONEALE NEL TRATTAMENTO DELL’ASCITE CARDIACA REFRATTARIA

Introduzione

I pazienti affetti da Scompenso Cardiaco (SC) severo (NYHA III-IV) generalmente progrediscono verso uno stadio “refrattario” caratterizzato da segni clinici di ritenzione idrica e/o ipoperfusione periferica, evidenza di severa disfunzione cardiaca sistolica e/o diastolica, capacità funzionale severamente ridotta in presenza di recente peggioramento della funzione renale, resistenza alla terapia diuretica (Metra M.l 2007 [1])Tali pazienti presentano un profilo “frequent flyers”, ovvero sono  pazienti non ospedalizzati che richiedono frequenti rivalutazioni cliniche in emergenza o ospedalizzazioni per terapia diuretica, ultrafiltrazione o infusione temporanea di terapia vasoattiva (almeno tre ricoveri per scompenso nel corso dell’ultimo anno) (Figura 1)

 Nello stadio terminale dello scompenso di cuore destro è di frequente riscontro il versamento ascitico, spesso refrattario alla terapia medica convenzionale (Figura 2). Il trattamento di scelta in questi casi è rappresentato da ripetute paracentesi evacuative.

Scopo del lavoro

Valutare la possibilità di utilizzare il catetere peritoneale, già noto in letteratura per il trattamento dell’ascite cirrogena e delle neoplasie addominali, come strumento per garantire un drenaggio periodico del liquido ascitico, anche per la terapia dell’ascite nello scompenso cardiaco refrattario. (Po CL. 1996 [2]) (Phadke G.2008 [3])(RosRuiz S.2011 [4] (full text))

Materiali e Metodi

Uomo di 70 anni, affetto da cardiomiopatia destra post-ischemica, FE 27%, pregresso duplice IMA e triplice bypass aorto-coronarico, ICD monocamerale e fibrillazione atriale in TAO, affetto da Scompenso Cardiaco refrattario (3 ricoveri per congestione  e 3 paracentesi nell’ultimo anno) , giunge alla nostra osservazione per incremento ponderale, cospicuo versamento ascitico, dispnea da sforzi minimi, oligurico e con  severo peggioramento della funzione renale  ( BUN:175 mg/dl -creatinina: 2,61 mg/dl), valori di NT-proBNP 10512 pg/ml (Figura 3) (Figura 4)

Risultati

Dopo impianto di catetere peritoneale modello Swan-Neck, tramite successivi drenaggi da catetere, si è ottenuta un’ultrafiltrazione complessiva di circa 15 litri in 4 giorni e decremento di 12 kg, con notevole miglioramento della sintomatologia dispnoica e della funzione renale. Non è stato necessario intraprendere terapia dialitica, come ipotizzato in fase di accettazione di ricovero.(Mehrotra R. 2001 [5]) (Krishnan A. 2007)  [6]. Attualmente il paziente a quattro mesi dall’inizio della terapia, regolarmente addestrato per eseguire una CAPD, si limita ad eseguire 1 drenaggio  di liquido ascitico a dì alterni (per un totale di circa 4500cc settimanali), senza effettuare dialisi.  Il valore della creatininemia è di 1,5mg/dl e BUN 45mg/dl. I valori dell’albuminemia rimangono stabili a 4mg/dl ed altrettanto quelli delle proteine totali (7,2mg/dl). All’esame ecocardiografico valori di FE: 39 % e valori di NT-proBNP ridotti a 6254 pg/ml. La diuresi giornaliera, mantenuta con l’ausilio di terapia diuretica (furosemide 150mg + canrenone 50 mg), è di circa 1500cc/die, il peso corporeo costante. Il monitoraggio bioimpedenziometrico mostra, acccanto ad un miglioramento dello stato nutrizionale (incremento parziale della massa muscolare e della massa grassa) una correzione dello stato di idratazione.

Conclusioni

La nostra esperienza, pur limitata all’osservazione di un solo caso clinico, ci induce a considerare la possibilità di estendere le già note applicazioni della dialisi peritoneale nella terapia dello Scompenso Cardiaco (Mehrotra R. 2006 [7]), anche al solo uso del catetere peritoneale, quale strumento per garantire un drenaggio periodico del liquido ascitico.

Di fondamentale importanza, anche in questa occasione, sono gli aspetti educazionali acquisiti dalla DP, quali il vantaggio  per il paziente di una maggior consapevolezza del proprio stato di salute e di una terapia domiciliare autogestita.