IL VISSUTO EMOTIVO DELL’INFERMIERE IN DIALISI: ESPERIENZA PSICOTERAPICA GRUPPALE

Background

Il ruolo dell’infermiere della dialisi porta con se complesse dinamiche relazionali di gruppo (gruppi: infermieri-pazienti, infermieri-medici, infermieri-infermieri), che lo rendono unico e specifico nell’ambito sanitario ospedaliero e particolarmente soggetto, come noto, al fenomeno del burn-out.  La dialisi porta il paziente ad affrontare un confronto continuo con la sopravivenza, con una prospettiva di vita ridotta che diventa totalmente dipendente dalla dialisi e quindi da chi la attua. Come già segnalato in letteratura questo conduce il dializzato ad essere il portatore di inevitabili vissuti depressivi continuamente riattivati dal trattamento dialitico. Il paziente dializzato entra nella dimensione esistenziale più difficile e cioè entra nella stato di angoscia (catastrofe cognitiva ed emozionale che annichilisce le sue risorse personali, i progetti verso il futuro e i legami affettivi), che è rappresentato e vissuto come un’ansia pervasiva, totalizzante. Tali vissuti inevitabilmente riversati sull’infermiere rischiano di minare il funzionamento professionale, con conseguente possibile esaurimento (burn out). L’esperienza psicoterapica gruppale presso il centro dialisi dell’Ospedale di Castelfranco e Montebelluna è nata dall’esigenza infermieristica di poter usufruire di un supporto alla quotidiana cronicità di tale lavoro.

Obiettivi

Introdurre ed affrontare un pensiero riflessivo sui propri vissuti in relazione al paziente. Gestire il vissuto emotivo trasmesso dal paziente. Aumentare la consapevolezza delle dinamiche relazionali del gruppo.

Metodi

Incontri quindicinali del gruppo infermieri (partecipazione solo su base volontaria) in ciascun centro dialisi (Castelfranco e Montebelluna), con unico conduttore. Il lavoro gruppale  ha permesso di creare “un tempo e uno spazio per pensare riflettere e condividere”. L’intervento del gruppo mirava ad una ricerca conoscitiva, non tanto del paziente dializzato, ma quanto dell’infermiere.

Conclusioni

Il gruppo ha aperto ai partecipanti la capacità di poter pensare ai profondi vissuti emotivi (angoscia di morte che il dializzato trasmette). È emersa la necessità di ridefinire i confini interni della figura dell’infermiere: ruolo umano, personale, professionale e relazionale. Il potenziamento del ruolo professionale e la riformulazione  del legame di dipendenza insito in quello specifico rapporto infermiere/paziente è uno degli obbiettivi che si auspicherebbe raggiungere.

Portare avanti un lavoro di equipe, in un secondo momento pensato come gruppo Balint (gruppo misto medici-infermieri), potrebbe fornire la possibilità al reparto di aumentare la consapevolezza della dimensione gruppale, insita nella professione sanitaria, migliorando il “funzionamento” dell’equipe sulla base di una riduzione del senso di isolamento (aumento della gratificazione personale) e di un contenimento del grado di frustrazione e quindi burn out a cui l’equipe è inevitabilmente sottoposta.

Bibliografia

– Stoccoro G. “I Gruppi Balint: storia e attualità”. In: Psicoterapia e Scienze Umane; ed. Franco Angeli, vol XXXIX, N° 3; 2005, 371-388

– Galimberti U.  Il corpo, Feltrinelli, Milano 1998

– Mitchel S. Trad. It. “Gli orientamenti relazionali della psicoanalisi”, Bollati Boringhieri ed. , Torino 1993

– Balint M. and Balint E. (1961). Psychotherapeutic Tecniques in Medicine. London: Tavistock (trad.it: Tecniche psicoterapeutiche in medicina. Torino: Einauidi, 1970)