Effetti della supplementazione nutrizionale di Colecalciferolo sul rischio litogeno urinario in pazienti con nefrolitiasi calcica idiopatica

Introduzione

Il Colecalciferolo, di comune impiego nella terapia e profilassi dell’ipovitaminosi D, può modulare l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e quindi potrebbe influire negativamente sul rischio di recidive di calcolosi renale. Tuttavia, ad oggi, in letteratura non vi sono sufficienti informazioni in merito.

In questo lavoro abbiamo valutato il profilo di rischio litogeno urinario in un gruppo di pazienti affetti da nefrolitiasi calcica e carenza di Vitamina D, prima e durante terapia con Colecalciferolo.

Metodi

N° 35 pazienti con nefrolitiasi calcica (età 56±18 aa; 23 ♀) e valori sierici di 25OHVitD < 20ng/mL, sono stati sottoposti a terapia con Colecalciferolo (5.000-10.000 U/sett.), modulata al fine di raggiungere i livelli sierici raccomandati ( ≥ 30 ng/mL). Le altre prescrizioni dietetiche e farmacologiche sono state mantenute invariate. 

Prima e durante terapia con Colecalciferolo, sono stati determinati: funzione renale, elettroliti sierici e urinari, PTH, 25(OH)VitD, 1.25(OH)2VitD, ALP, Desossipiridinolina urinaria (DPD), saturazione urinaria per Calcio Ossalato (ßCaOx) e Calcio Fosfato (ßbsh).

Come indicatori dietetici, sono stati considerati rispettivamente: per l’intake proteico, l’Escrezione Azotata Totale (TNE); per la quota proteica di origine animale, l’Escrezione Acida Netta (NAE) e la Solfaturia (uSO4); per l’apporto di sodio, la sodiuria (uNa).

Risultati

Durante la terapia con Colecalciferolo, non si sono osservate variazioni significative della funzione renale e degli indicatori dietetici, rispetto al basale (Figura 1).

All’assunzione di Colecalciferolo hanno fatto seguito aumenti significativi dei livelli di 25(OH)VitD e di 1.25(OH)2VitD e una diminuzione significativa del PTH (Figura 2).

La calcemia totale e quella ionizzata sono rimaste invariate; la calciuria delle 24 ore è aumentata (+ 23%, p<0.05), mentre non vi sono state variazioni significative di calciuria a digiuno, ALP e DPD.

Le variazioni di ßCaOx (+10%) e ßbsh (+30%) osservate durante la terapia non sono risultate significative. 

Conclusioni

Dopo la correzione dell’ipovitaminosi D mediante terapia con Colecalciferolo, si è osservato un aumento significativo della calciuria delle 24 ore, verosimilmente ascrivibile ad un miglior assorbimento intestinale del calcio alimentare.

Benché in media non si siano osservati significativi aumenti della soprassaturazione urinaria per i sali di calcio, nei singoli pazienti con calcolosi renale trattati con Colecalciferolo appare consigliabile un monitoraggio della calciuria e del rischio litogeno urinario.