EFFETTI DELLA FORMAZIONE DI BIOFILM SULLA DISINFEZIONE DI UN MONITOR DA DIALISI

RAZIONALE

Il biofilm è composto da una comunità di micro-organismi, che aderiscono praticamente a qualsiasi superficie. Esso è tenuto insieme e protetto da una matrice di composti polimerici escreti. La matrice protegge le cellule all’interno e facilita la comunicazione tramite segnali chimici o fisici. In alcuni biofilm sono stati rinvenuti canali d’acqua che contribuiscono a distribuire i nutrienti e le molecole segnale. Allo stesso modo, questi canalicoli convogliano verso la periferia sostanze di scarto ed eventuali esotossine.

I batteri che vivono in un biofilm solitamente hanno proprietà significativamente differenti dai batteri delle stesse specie che vagano liberamente, poiché l’ambiente denso e protetto del film permette loro di cooperare e interagire in varie maniere. Un beneficio di questo ambiente è l’aumentata resistenza a detergenti e antibiotici, dato che la densa matrice extracellulare e lo strato esterno delle cellule proteggono la parte interna della comunità.

In alcuni casi la resistenza agli antibiotici può aumentare di 1000 volte.

In condizioni di funzionamento corretto di un’apparecchiatura per emodialisi le probabilità di formazione di biofilm all’interno del suo circuito idraulico sono molto rare. In situazioni particolari, come ad esempio, lunghi periodi di fermo macchina o di acque con elevato contenuto batterico, tale probabilità aumenta considerevolmente.

In questo lavoro si è valutato l’effetto combinato di due differenti modalità di sanitizzazione, fisica (disincrostazione a caldo con acido citrico) e chimica (disinfezione con Oxagal), sulla riduzione della concentrazione batterica ed endotossinica in un monitor di emodialisi (FLEXYA mostrato in figura 1).

In particolare, si è voluto verificare se la presenza di biofilm, all’interno del circuito idraulico del monitor, riduca l’efficacia dell’azione sanitizzante dei due metodi combinati.

CASISTICA E METODI

Il circuito idraulico di FLEXYA è stato volutamente contaminato seguendo due differenti protocolli di contaminazione di seguito illustrati, utilizzando una sospensione di Pseudomonas aeruginosa (circa 10CFU/ml) opportunamente preparata.

Nel protocollo A, la sospensione batterica è stata fatta ricircolare, all’interno del circuito idraulico, per 1 ora, e subito dopo il monitor è stato lavato e disinfettato tramite le due differenti modalità previste: sanitizzazione fisica (disincrostazione a caldo con acido citrico al 12%) della durata di 50 minuti seguita da una disinfezione chimica (Oxagal-Deep) con stazionamento di 60 ore.

Nel protocollo B, la sospensione batterica è stata fatta ricircolare per 1 ora e quindi lasciata in stazionamento per 72 ore nel circuito idraulico del monitor, allo scopo di permettere la formazione del biofilm. Il monitor è stato poi lavato e disinfettato secondo la procedura descritta precedentemente: sanitizzazione fisica seguita da una disinfezione chimica con stazionamento di 60 ore. È stata utilizzata anche una disinfezione chimica con stazionamento di 36 ore.

Secondo le tempistiche riportate in figura 2 sono stati eseguiti prelievi di acqua nei seguenti punti del circuito: Tanica, Infusione, By-pass paziente e Scarico.

Per la determinazione dei batteri, un volume noto di acqua prelevata veniva filtrato su filtro a membrana da 0,45 µm. Il filtro veniva messo quindi in coltura a 32°C per 5 giorni su piastra contenente terreno Reasoner 2A (R2A).

Per la determinazione delle endotossine è stato utilizzato il LAL (Limulus Amebocyte Lysate) test (QCL-1000®, LONZA, Walkersville, MD).

RISULTATI

La carica batterica, inizialmente pari a 10CFU/ml, risultava efficacemente abbattuta, come mostrato in figura 3 e 4.

I risultati sono espressi come riduzione logaritmica della concentrazione batterica ed endotossinica, come previsto dalla normativa vigente e dalle linee guida. (Alloatti et al 2005) [1] (European Guidelines 2002) [2]

L’utilizzo in sequenza delle due modalità combinate di disincrostazione/disinfezione, permette un’eccellente sanitizzazione del monitor da dialisi per entrambi i protocolli di inquinamento, ovvero anche in condizioni di contaminazione prolungata e/o in presenza di biofilm.

CONCLUSIONI

Questo risultato dimostra, come i protocolli di disinfezione/disincrostazione attualmente implementati su FLEXYA, sono in grado di sanitizzare il circuito idraulico anche in situazioni di contaminazione batterica grave, nel pieno rispetto delle normative vigenti.