Compliance a lungo termine, alla dieto terapia ed alla terapia farmacologica domiciliare, nei pazienti emodializzati

PREMESSA

Il paziente con IRC terminale deve seguire una terapia impegnativa e di lunga durata, caratterizzata da un regime dietetico restrittivo che impone anche un’assunzione piuttosto limitata di liquidi.

In letteratura la mancata adesione alla terapia domiciliare dei pazienti emodializzati, evidenzia ricadute sia nel breve che nel lungo termine, non ascrivibili al tipo di trattamento dialitico praticato. Ciò determina importanti conseguenze sia cliniche(alterazioni pressorie e del ritmo cardiaco, disturbi gastroenterici, malnutrizione e aumento delle comorbidità), che economiche dovute all’aumento del numero e della durata delle ospedalizzazioni (1-8).

INTRODUZIONE

Nella nostra U.O. vengono routinariamente trattati circa 110 pazienti in emodialisi, 64% uomini, 36% donne di età media di anni 70,8±12,07, (fig. 1) in trattamento sostitutivo ultrapuro mediante bicarbonato ad alta biocompatibilità, HDF, HFR, AFB; età dialitica media anni 4.8 ± 4.2 Il 42% in trattamento extracorporeo < 3 anni e il 58% >5 (fig. 2). Del totale dei pazienti il 46% risulta avere la licenza elementare, il 27% la licenza media, il 16% la licenza media superiore e il 5% la laurea (fig. 3).

Scopo del nostro lavoro è stato quello di verificare l’adesione alla dieto terapia e alla terapia farmacologica domiciliare. Nello specifico abbiamo valutato il loro comportamento rispetto ad una alimentazione adeguata consistente in un apporto equilibrato di liquidi, proteine, potassio e fosforo e per la terapia farmacologica l’adesione al trattamento con chelanti di potassio e fosforo.

MATERIALI E METODI

Al fine di verificare e l’adesione alla dieto terapia e alla terapia farmacologica domiciliare, abbiamo somministrato al nostro campione di 110 pazienti un questionario strutturato a risposte singole (SI/NO), composto da una prima parte richiedente informazioni anagrafiche (sesso, età, età dialitica, livello di istruzione) e daiseguenti item:

1) Le hanno spiegato la funzione di ogni farmaco che assume?

2) Assume con regolarità i farmaci?

3) Conosce l’importanza dei chelanti di fosforo?

4) Assume con regolarità i chelanti di fosforo?

5) Le è stato spiegata l’importanza di seguire una dieta alimentare?

6) Assume proteine animali con regolarità?

7) Beve una quantità ≤ 500ml al giorno?

RISULTATI

Per quanto riguarda i quesiti riferiti alla farmacoterapia il 65% dei pazienti ha dichiarato di essere stato correttamente informato sulla funzione di tutti i farmaci che gli sono stati prescritti; il 58% di assumere con regolarità i farmaci prescritti, il 63% dichiara di assumere con regolarità i chelanti del fosforo, ma solo il 54% dichiara di essere consapevole della loro importanza per la propria salute (fig 4).

Le motivazioni circa la corretta adesione della terapia domiciliare sono risultati indipendenti dal livello d’istruzione, mentre risultano correlati all’efficacia della comunicazione oltre che dalla spiegazione ricevuta dal medico al momento della prescrizione della terapia ed al suo follow-up mensile.

Dalle risposte agli item relativi alla dieto terapia si evince che l’83.7% dichiara di essere stato informato sulla dieta da seguire e di averne compreso l’importanza, solo il 16% assume regolarmente e adeguatamente proteine animali e solo il 35% dei pazienti riesce a limitare l’assunzione di acqua e bevande a 500 ml/die. Il 52% del campione costituito da pazienti con più di 70 anni presenta vari gradi di malnutrizione calorica-proteica ed in alcuni casi è stato necessario il supporto con infusione di Oliclinomel nel corso degli ultimi periodi della loro vita dialitica (fig. 5).

L’adesione alla dieta “iperproteica – normocalorica – a basso contenuto di potassio” è maggiore nei pazienti “giovani”, pur tuttavia non rappresenta la regola poiché nei pazienti< 60 anni, insistono con maggiore incidenza disturbi d’ansia e dell’umore. Nei pazienti anziani (>70 anni), con maggiori comorbidità, sono emerse in sede di colloquio problematiche relative alla carenza di una rete familiare di supporto e di un’adeguata assistenza del territorio.

Tali carenze rappresentano una componente importate nell’adesione alla terapia farmacologica domiciliare, gravata anche dalla necessità di assumere finoa 30 compresse/die a cadenza regolare durante le ore della giornata. Infine, un fattoreconfusivo è risultato la prescrizione del generico che talvolta varia da farmacia a farmacia.

Dalle risposte a latere del questionario si è registrata una maggiore opposizione per i chelanti del fosforo in bustine e/o in polvere, mentre una maggiore compliance è stata registrata per la formulazione in compresse.

L’assunzione di liquidi in eccesso non correla con il livello d’istruzione e con l’età anagrafica del paziente, configurandosi come variabile indipendente, verosimilmente correlabile con gli stili di vita, l’alimentazione ed i supplementi di sodio che i pazienti assumevano precedentemente all’ingresso in dialisi.

CONCLUSIONI

Alla luce dei risultati ottenuti si evince come la compliance alla dieto terapia e alla terapia farmacologica domiciliare rappresenti una criticità per il paziente emodializzato, con conseguenze cliniche, economiche e psicologiche imponenti. Pertanto, il seguente lavoro ci aiuta a migliorare e/o riprogrammare gli interventi finalizzati a ridurre i fattori che non facilitano la compliance. In tale ottica appare opportuno fornire un supporto psicologico ai pazienti e ai caregivers, accompagnandoli nel percorso che precede l’inizio della dialisi, assicurare una comunicazione più efficace ed empatica con i medici e il personale infermieristico e, laddove possibile, preferire tipologie di farmaci maggiormente accettati dai pazienti per tollerabilità e maneggevolezza soggettiva (3-5-6-10).

BIBLIOGRAFIA

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