C-PAP: SUPPORTO RESPIRATORIO O CAUSA DI INFEZIONE?

Razionale

L’immunodepressione nei pazienti portatori di trapianto è un fattore che predispone all’insorgenza di polmoniti, che possono manifestarsi anche a distanza di tempo dal trapianto.

Descriviamo un caso di polmonite persistente in paziente trapiantato renale, in terapia con C-PAP.

Casistica e metodi

Paziente portatore di trapianto renale dal 2008 con Creatininemia 2,5 mg/dl, affetto da cardiopatia ischemica, DM, BPCO, OSAS in C-PAP, arteriopatia periferica, ricoverato in UTIC per addensamento polmonare basale bilaterale e severo scompenso cardiaco, trasferito in RIA per aggravamento del compenso respiratorio, desaturazione e severa acidosi respiratoria, e successivamente in Nefrologia per peggioramento degli indici di funzione renale.

Dopo avvio di terapia antibiotica ad ampio spettro (Levofloxacina e Teicoplanina), associata a broncodilatatore e steroide, si assisteva ad un iniziale miglioramento clinico laboratoristico, con scomparsa della sintomatologia febbrile e normalizzazione del quadro radiologico e degli indici di flogosi.

Dopo alcuni giorni si verificava una ripresa dello stato febbrile con episodi di desaturazione e peggioramento respiratorio in corso di C-PAP.

Rx del torace negativo per la presenza di addensamenti polmonari.

Ecocardiogramma negativo per vegetazioni.

Negativa la ricerca di Ab anti Clamidia, anti HS, anti EBV, CMV, Antigene galattomannano di Aspergillus.

Le emocolture risultavano positive per Klebsiella Oxytoca e per Stafilococco Epidermidis, quest’ultimo presente anche nell’acqua usata per la C-PAP e sulla punta del CVC.

Interrogato, il paziente riferiva di aver utilizzato abitualmente l’acqua del pozzo di casa, oltre che a scopo domestico, anche per la C-PAP.

Risultati

Nonostante modifica della terapia antibiotica con avvio di Merrem e Cubicin, si assisteva ad una completa risoluzione della sintomatologia polmonare solo dopo sostituzione completa della C-PAP.

Alle dimissioni Creatininemia 1,88 mg/dl.

Conclusioni

Il paziente in terapia immunosoppressiva è maggiormente predisposto ad infezioni con possibile severa evoluzione. Un’anamnesi precisa e dettagliata sulle abitudini e sugli usi quotidiani del paziente può essere risolutiva nell’evidenziare un ‘insolita eziopatogenesi.