Razionale
L’attivazione di un programma di Emodialisi Extracorporea Domiciliare (Home Hemo-Dialysis HHD) richiede un percorso strutturato che ne identifichi i requisiti tecnologici, organizzativi ed assistenziali. Ciò al fine di garantirne il successo e la sostenibilità economica in linea con le normative che istituiscono l’HHD in Campania ed in altre regioni italiane.
Casistica e Metodi
Il percorso realizzato esplicita (Figura 1):
(a) CRITERI DI ELEGGIBILITÀ E DI IDONEITÀ DEL PAZIENTE E DEL CAREGIVER:
Secondo le linee guida pubblicate dal National Institute for Clinical Excellence (UK-NICE) affinchè il paziente risulti idoneo alla HHD deve:
• Possedere abilità e motivazione per apprendere le procedure di HHD
• Non avere complicanze o comorbidità per cui il setting domiciliare risulti inidoneo
• Avere un accesso vascolare ben funzionante
• Avere un’abitazione “adeguata”
• Avere un caregiver disponibile a fornire assistenza
(b) ANALISI DELLA LETTERATURA SULL’HHD E RAZIONALE DELLA SCELTA DELLA PIÙ MODERNA TECNOLOGIA:
• Migliori Outcomes Clinici Associati Alla Short Daily Home Hemodialysis (SDHHD):
– Equivalenza in termini di sicurezza e di adeguatezza dialitica tra la SDHHD e l’Emodialisi Standard Trisettimanale (Kraus M-2007) [1]
– Migliore qualità della vita (Finkelstein FO-2012) [2]
– Migliore controllo dei sintomi dell’insufficienza renale cronica: anemia, ipertensione arteriosa(The FHN Trial Group-2010) [3], ipertrofia ventricolare sinistra ( Ayus JC-2005) [4] (full text),metabolismo calcio fosforo(Lorenzen JM-2012) [5], astenia post-dialitica (Jaber BL-2010) [6]
– Minore morbidità, tasso di ospedalizzazione (Johansen KL-2009) [7] e mortalità (Woods JD- 1996 [8]Blagg CR- 2006 [9] Kjellstrand C-2008 [10] (full text)Weinhandl ED-2012) [11] (full text)
• Apparecchiatura trasportabile, semplice e di uso intuitivo (Figura 2); non comporta nessuna modifica strutturale (idraulica o elettrica) al domicilio grazie all’utilizzo sacche di dialisato da cinque litri premiscelato e preconfezionato sterilmente,pronte all’uso (Figura 3)
• Linee e filtro già preassemblati a modello cartridge da inserire direttamente all’interno del cycler (Figura 4)
(c) INFORMAZIONE DEL PAZIENTE /CAREGIVER E CONSENSO:
• Colloqui circa le varie modalità di trattamento emodialitico (dialisi peritoneale, emodialisi in centro, emodialisi domiciliare, trapianto)
• Approfondimento dei possibili “vantaggi/svantaggi” e responsabilità del caregiver/paziente in caso di scelta di trattamento emodialitico domiciliare
(d) MODALITÀ DI COPERTURA ASSISTENZIALE E DI ACCESSO AL RICOVERO:
Il paziente viene edotto circa le modalità di accesso al ricovero presso la struttura di riferimento in regime di elezione o di urgenza, sia verbalmente che attraverso materiale informativo in cui sono contenuti tutti i numeri di reperibilità del personale medico-infermieristico da utilizzare in caso di necessità.
(e)VALUTAZIONE DELL’IDONEITÀ DEI LOCALI:
• grado di igiene
• impianto elettrico/fognario a norma
• spazi disponibili per lo stoccaggio dei materiali e dei rifiuti
(f) ANALISI DEI COSTI:
Considerando i costi diretti del trattamento ed i costi “indiretti” (farmaci, trasporti,ospedalizzazioni) vi è un indiscutibile risparmio che può arrivare fino al 30%.
(g)APPROVVIGIONAMENTO DEI MATERIALI,SMALTIMENTO E TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI, ASSISTENZA:
Effettuato direttamente al domicilio del paziente a cura del provider dell’apparecchiatura e dei materiali.
(h) PROGRAMMA DI FORMAZIONE DEL PAZIENTE/CAREGIVER:
• Apprendimento del funzionamento del rene artificiale e gestione di una seduta di SDHHD
• Individuazione e risoluzione dei problemi tecnici
• Gestione delle più comuni complicanze cliniche
• Individuazione di potenziali complicanze cliniche che richiedono l’intervento medico
(i) AVVIO AL TRATTAMENTO EMODIALITICO DOMICILIARE:
Il successo dell’addestramento viene attestato mediante l’esecuzione di prove pratiche attraverso cui viene verificata la capacità di autogestione della seduta emodialitica a domicilio.
(l) FOLLOW-UP CLINICO/TELEASSISTENZA:
Controlli clinico/laboratoristici/strumentali a cadenza quindicinale/mensile. Possibilità di telemonitoraggio/teleassistenza.
Da Agosto 2014 a Marzo 2015 sono stati avviati alla Short Daily Home Hemodialysis (4-6 sedute/settimana di circa 2,5 ore con il sistema portatile NxStage System One) due pazienti provenienti da un programma di emodialisi standard trisettimanale (HD) presso il Centro di Emodialisi dell’Università Federico II di Napoli.
Risultati
L’applicazione del percorso descritto ha permesso di attuare con successo il programma di HHD poiché ha consentito di definirne a priori l’iter assistenziale e di analizzarne i rischi.
La sicurezza rappresenta la problematica principale in un programma di HHD ed il risk management diviene una modalità per promuovere il governo clinico in HHD. Infatti il percorso, quale strumento tecnico-gestionale, identifica le possibili criticità nell’assistenza del paziente, garantisce la riproducibilità delle azioni, previene e riduce gli eventi avversi.
Conclusioni
Il programma ha permesso di: (1) far praticare ai pazienti una terapia dialitica “adeguata” in assenza di complicanze, (2) ottenere benefici clinici addizionali rispetto all’emodialisi standard, (3) migliorare la qualità della vita dei pazienti, (4) abbattere i costi sanitari della terapia emodialitica. Pertanto l’HHD rappresenta un’ulteriore valida opzione terapeutica nell’ambito del trattamento domiciliare dell’insufficienza renale cronica.