Anomalie urinarie in una coorte di soggetti altrimenti definiti sani

Razionale

Scopo dello studio è stato quello di verificare la prevalenza di ematuria e proteinuria-microalbuminuria in una popolazione definita “sana”. L’obiettivo secondario è stato la valutazione di concordanza, tra il rapporto albuminuria/creatininuria (ACR) e rapporto proteinuria/creatininuria (PCR).

Casistica e Metodi

Sono state testate 1017 urine di soggetti di entrambi i sessi, tra i 18 ed i 64 anni, idonei alla donazione di sangue. L’esame chimico fisico su urine “spot” è stato effettuato con AutionMax AX4280 quindi con  Sedimax Menarini. I campioni sono stati, poi, analizzati con AutionMax AX4030 con calcolo PCR. Sullo stesso campione è stata determinata l’albuminuria, su nefelometro Siemens e la creatinuria e successivo calcolo ACR (Figura 1). I campioni patologici, sono stati controllati dopo 15 giorni (Figura 2) Naresh CN 2013 [1].

Analisi statistica

Per confrontare i dati di proteinuria si è fatto ricorso a tabelle di frequenza. I PCR e ACR sono stati valutati tramite curva ROC, comparando i valori di sensibilità e specificità.

Risultati

La microematuria in 55/1017 campioni, veniva confermata in 20 campioni. Il controllo in microscopia a contrasto di fase, confermava ematuria in 10 campioni. 3 sono risultate ematurie “non glomerulari” e 7  ematurie “glomerulari”. La prevalenza di albuminuria/proteinuria, è risultata pari al 6.8%. 989 dei campioni  (96,9%) con PCR < 80 mg/g non presentavano microalbuminuria nel 93,2%.

Conclusioni

Nella popolazione definita “sana”, è confermata, ai controlli seriati, una bassa prevalenza di ematuria persistente (0.98%). Il dipstick urinario rimane il test di riferimento per la identificazione di ematuria. In accordo con la letteratura, de Jong P 2003 [2] (full text). Ghonemy T A 2012 [3] (full text), la prevalenza di albuminuria superiore a 30mg/g è risultata essere molto bassa (6.8%). Il confronto tra PCR e ACR ha evidenziato l’elevata specificità del primo (93.2%); ACR mostra maggiore sensibilità per bassi livelli di proteinuria.

Le nostre conclusioni risultano in accordo con le Linee guida per la malattia renale cronica nell’adulto del Ministero della salute.