VALUTAZIONE E GESTIONE DELLA FIBROSI RETROPERITONEALE IDIOPATICA (FRI) MEDIANTE FOLLOW-UP CON 18F-FDG-PET/TC: ESPERIENZA DI UN CENTRO DI NEFROLOGIA

INTRODUZIONE

La FRI è una patologia rara (incid. 1.300’000, preval. 1:100’000, età 40-60 aa, M:F 3:1) caratterizzata da una reazione fibro-infiammatoria retroperitoneale dislocante e compressiva sugli ureteri ed altri organi interni, con coinvolgimento renale secondario. Per tale motivo il nefrologo è spesso uno dei primi specialisti coinvolti nella diagnostica e nella terapia medica, che  prevede steroidi ed immunosoppressori (1 [1]).

La sintomatologia è subdola e aspecifica e fasi ricorrenti ed imprevedibili di attività si associano generalmente ad incremento degli indici di flogosi.

La 18F-FDG-PET/TC, disponibile nel nostro Ospedale da alcuni anni, si è dimostrata un valido supporto diagnostico poiché permette di differenziare un tessuto sede di patologia “metabolicamente attiva” da tessuto fibrotico “inattivo”.

Nel nostro studio abbiamo voluto confrontare gli indicatori  di malattia in PET/TC (SUV) con gli indici di flogosi in 6 pazienti affetti da FRI giunti alla nostra osservazione per complicanze renali e regolarmente seguiti presso l’Ambulatorio di Nefrologia e la Medicina Nucleare mediante PET sequenziali.

PRINCIPI DI BASE DELLA PET/TC

Figura 1

PRINCIPI DI BASE DELLA  PET-TC E’ una modalità di “imaging funzionale” che rivela la biodistribuzione di radiofarmaci legati a sostanze emittenti positroni. In particolare, la 18F-FDG-PET sfrutta la proprietà del glucosio di accumularsi nei tessuti proporzionalmente al loro fabbisogno energetico; il consumo di glucosio è aumentato in alcune patologie infiammatorie e nelle neoplasie. Come analogo del glucosio viene impiegato il Fluoro-Desossi-Glucosio composto da una piccola quantità di materiale radioattivo, il Fluoro-18, che emette positroni. Il 18F-FDG, iniettato per via e.v., si accumula nelle cellule dell’organismo e la mappa della sua distribuzione viene registrata dal tomografo PET.

MATERIALI E METODI

Figura 2

Figura 3

Negli ultimi 8 anni sono giunti alla nostra osservazione,  6 pazienti (5M:1F, età media 53,8 aa) con diagnosi di FRI seguiti periodicamente presso il nostro Ambulatorio. Ogni paziente è stato monitorato  mediante esami ematici e 18F-FDG-PET/TC sequenziali.

I pazienti sono stati sottoposti a PET-TC total body, 60’ dopo la somministrazione di 370 MBq di 18F-FDG. L’esame veniva eseguito dopo un digiuno di 4 ore e la verifica di normali valori glicemici.

L’indice di attività di malattia è espresso mediante il SUV max, un parametro semiquantitativo che corrisponde al valore massimo standardizzato di captazione all’interno del tessuto patologico.

Come indici ematici di attività di malattia abbiamo valutato PCR, VES, emoglobina, globuli bianchi.

RISULTATI E DISCUSSIONE

Tabella: Dati laboratoristici dei 6 pz al primo e all’ultimo controllo ambulatoriale
Pz sesso

Età

(anni)

Cr (0,5-1,5 mg/dl)

T0

VES (0-20 mm/h)

T0

PCR

(0-0,5 mg/dl)

T0

SUV max

T0

Prima modifica

Follow-up PET

(mesi)

Cr (0,5-1,5 mg/dl)

Tfin

VES

(0-20 mm/h)

Tfin

PCR

(0-0,5 mg/dl)

Tfin

SUV max

Tfin

Follow-up

ultima PET

Terapia
1 M 58 1,3 29 1,2 5,4 8 1,4 9 0,3 <0,9 21

Prednisone

Aza

2 F 56 1,36 3 6 <0,9 17 0,72 33 8,8 <0,9 60

Prednisone

Aza

3 M 74 0,9 6 0,3 4,05 8 0,9 4 0,1 <0,9 8

Prednisone

Tamoxifene

4 M 60 45 13,1 5,46 6 1,3 8 2,5 <0,9 6 Prednisone
5 M 52 28 4,6 6 1,17 3,31 <0,9 48

Prednisone

Tamoxifene

MTX

Idrossiclorochina

6 M 56 2,21 77 47 8,4 5 1,47 4 0,48 <0,9 9

Prednisone

Tamoxifene

AZA

Sebbene la PET-TC solo di recente sia stata introdotta nello studio delle patologie infiammatorie sistemiche rispetto al più noto uso nel campo oncologico, essa si è rivelata un utile strumento nella diagnosi e nel follow-up del paziente con FRI, ed un valido supporto nella gestione della terapia immunosoppressiva.

Nella nostra casistica, un’analisi statistica preliminare non ha mostrato un’ associazione significativa fra l’indice SUV della PET-TC e gli indici ematochimici al tempo della prima indagine (Fisher’s exact test p=NS).

Nel follow-up, come mostrato in tabella, in alcuni casi la PET ha evidenziato l’attività di malattia più precocemente degli indici ematici, che si sono modificati a distanza di tempo o che sono rimasti stabili, guidando le scelte terapeutiche.

Pertanto, la nostra esperienza ha confermato la scarsa sensibilità dei parametri flogistici, supportando l’evidenza della PET, già descritta in letteratura, come ulteriore strumento diagnostico (2 [2], 3 [3] (full text)).

Inoltre, poiché la PET-TC consente di ottenere immagini che rappresentano processi biochimici e funzioni biologiche che si manifestano molto più precocemente rispetto alle modificazioni anatomiche, sarà interessante valutare l’impiego di tale metodica anche in altre patologie infiammatorie con coinvolgimento renale.