Prefazione
In alternativa all’utilizzo solo in presenza di recidiva clinica, sono stati proposti utilizzi “protocollizzati” del RTX (1 g ogni 6 mesi, oppure alla ricomparsa dei CD19 –CD20 ) nelle AAV per ridurre il numero di recidive ed il danno cumulativo. Gli utilizzi “protocollizzati” aumenterebbero significativamente il numero dei trattamenti con aumentato rischio di tossicità ed aumento dei costi sanitari.
Scopo dello studio
Valutare nella nostra casistica di pazienti con AAV trattati con RTX solo in presenza di malattia clinicamente attiva (all’esordio o ad una recidiva) il numero di pazienti che hanno presentato recidive post RTX che hanno richiesto un ritrattamento ed il tempo medio intercorso tra il trattamento e le recidive. La maggior parte dei pazienti assumevano una terapia di mantenimento con basse dosi di steroide e di methotrexate od azatioprina.
Materiali e metodi
Dal Gennaio 2006 al Settembre 2012 presso gli Spedali Civili di Brescia venivano trattati con RTX due gruppi di pazienti:
1 pazienti con Granulomatosi di Wegener (WG) con recidive granulomatose o vasculitiche;
2 pazienti con WG, poliangioite microscopica (MPA) o sindrome di Churg-Strauss (CHS) all’esordio di malattia con controindicazioni all’utilizzo della ciclofosfamide.
Inizialmente i pazienti venivano trattati con il classico schema di 4 infusioni settimanali di RTX (375 mg/m2), negli ultimi due anni veniva utilizzato prevalentemente lo schema di due dosi da 1 gr a due settimane di distanza o un’unica somministrazione per le recidive.
Risultati
Ad un follow-up medio di 25.9 (±19.6) mesi 45/56 pz non hanno presentato recidiva dopo il primo trattamento con RTX.
Negli 11 pz che hanno presentato almeno una recidiva dopo RTX la prima recidiva si è presentata mediamente a distanza di 27,5 (±18,5) mesi.
Tre pz hanno presentato più di una recidiva: un paziente due recidive e due pazienti tre recidive. Il tempo medio fra prima e seconda recidiva post RTX è stato di 21 mesi, il tempo medio fra la seconda e terza recidiva di 26 mesi.
Conclusioni
La strategia di ritrattare i pazienti con RTX solo in presenza di recidiva clinica di malattia ha evidenziato che un basso numero di pazienti ha richiesto il ritrattamento (11/56) e che il tempo medio alla recidiva clinica (27.5 mesi) è nettamente più lungo rispetto alla tempistica di ritrattamento prevista dagli schemi protocollari (4-6 mesi). Questo si traduce in un minor numero di trattamenti con conseguente riduzione del rischio di potenziali effetti collaterali ed un importante risparmio economico.